La riforma ministeriale sulle prossime forme del reclutamento per i docenti presta attenzione anche all’aspetto formativo del personale: più precisamente distingue tra formazione iniziale, destinata ai docenti per cui occorre la conferma del ruolo, e formazione continua, indirizzata invece a chi ha già un contratto a tempo indeterminato. In cosa consiste questa seconda tipologia delineata da Viale Trastevere? Da chi sarà attivata? Di seguito cerchiamo di fare chiarezza.
Tematiche e attività su cui si baserà la formazione continua
Il capitolo IV–bis, all’art. 16 ter della bozza di decreto ministeriale si occupa precisamente dell’aggiornamento permanente degli insegnanti, articolato in percorsi di durata almeno quadriennale e gestiti dalla Scuola di Alta Formazione. Ricordiamo che questo avverrà su base volontaria e mira alla progressione stipendiale acceIerata. In cosa consisteranno questi percorsi formativi? Quali gli argomenti che saranno proposti ai docenti di ruolo?
In base a quanto indicato dall’Allegato A, la formazione continua riguarderà dei percorsi articolati sulle seguenti tematiche e attività:
a) aggiornamento delle competenze in riferimento alla pedagogia, alle metodologie e tecnologie didattiche: queste proseguirebbero quanto acquisito nel corso di formazione iniziale universitaria;
b) apporto al potenziamento dell’offerta formativa della istituzione scolastica presso cui il docente lavora nelle modalità indicate all’art. 16-ter, comma 1: “ogni autonomia scolastica individua le figure necessarie ai bisogni di innovazione previsti nel Piano triennale dell’offerta formativa, nel Rapporto di autovalutazione e nel Piano di miglioramento della offerta formativa”.
c) conseguimento, in base alla preferenza dell’interessato, dei seguenti contenuti specifici approfonditi dagli enti di cui all’articolo 16-ter, commi 5 e 6, che in proporzione alla complessità possono svilupparsi in più anni:
- approfondimento dei contenuti specifici della disciplina di insegnamento;
- strumenti e tecniche di progettazione – partecipazione a bandi nazionali ed europei;
- governance della scuola: teoria e pratica;
- leadership educativa;
- staff e figure di sistema: formazione tecnico metodologica, socio-relazionale, strategica;
- l’inclusione scolastica nella classe con alunni disabili;
- continuità e strategie di orientamento formativo e lavorativo;
- potenziamento delle competenze in ordine alla valutazione degli alunni;
- introduzione ai profili applicativi del sistema nazionale di valutazione delle istituzioni scolastiche;
- tecniche della didattica digitale.
Chi potrà attivare i percorsi formativi?
Gli enti delegati ad erogare la formazione continua sono le università che si occupano anche del processo formativo inziale, le Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica, gli enti pubblici di ricerca, le istituzioni museali che già sono accreditate dal Ministero. Gli organismi che vogliono ricevere accreditamento devono prevedere all’interno dei propri statuti l’obiettivo della formazione docente, dimostrare un’esperienza almeno decennale a riguardo svolta in almeno tre regioni. Devono disporre di risorse professionali con esperienza universitaria pregressa in questo settore ed usufruire di risorse strumentali adatte per svolgere i corsi formativi.