Precari, ‘la strada continua a rimanere una: il doppio canale di reclutamento’ (INTERVISTA)

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La riforma del reclutamento targata Bianchi continua a far discutere. La mancanza di una vera soluzione per i precari sembra la lacuna più evidente. Abbiamo chiesto un commento anche ad Unicobas, ponendo alcune domande al Segretario Regionale per la Lombardia e componente dell’Esecutivo Nazionale UNICOBAS SCUOLA & UNIVERSITA’, Marco Monzù Rossello.

Riforma reclutamento Bianchi: il commento

Abbiamo chiesto a  Marco Monzù Rossello un commento diretto alle proposte del Ministro Bianchi per il reclutamento futuro degli insegnanti.

Cosa ne pensa Unicobas della riforma del reclutamento proposta dal Ministro Bianchi?

Le proposte del ministro Bianchi riguardo il reclutamento e l’aumento stipendiale legato alla formazione sono da rimandare al mittente nella loro totalità. Fino a questo momento il ministro, ha palesato una scarsa visione del comparto scuola. Completamente esautorata la discussione in commissione e i successivi passaggi in Parlamento.

Fatta eccezione per i proclami nelle testate di settore anche i sindacati cosiddetti “rappresentativi” non hanno e non stanno mettendo in campo strumenti di protesta, che tali si possano definire.

I diretti interessati (i precari) giustamente gridano a gran voce la loro contrarietà ma
rimangono inascoltati.

Il reclutamento ‘serio’: il doppio canale

Qual è la strada per un ‘vero’ reclutamento?

Per un reclutamento serio la strada continua a rimanere solo una: istituire un doppio canale di reclutamento con il 50% dei posti da destinarsi al personale precario, Docente ed Ata abilitato e vincitore di concorso, con l’esclusione della reiterazione dei concorsi e dei percorsi abilitanti per chi è già abilitato e vincitore di concorso. Attribuzione di 12 punti per ogni abilitazione e per ogni anno di servizio maturati.

Fase unicamente transitoria che preveda concorsi riservati per i non abilitati non vincitori di concorso. Ripristino del dovere di assumere cittadinanza nella provincia per le supplenze temporanee (non per i contratti annuali), nonché della domanda su massimo cinque scuole e dello spostamento in coda alla graduatoria in caso di rifiuto delle supplenze.

Conteggio solo degli anni di servizio maturati nelle scuole pubbliche e, nella fase transitoria, eliminazione dalle graduatorie pubbliche per gli anni svolti in scuole private non certificati da busta paga. Chiudere i buchi in organico per vigilanza, sicurezza ed amministrazione: assunzione di tutti i precari Ata con 36 mesi. Stabilizzazione di LSU ed LPU presso gli Enti Locali.

Scatti stipendiali legati alla formazione

Un altro aspetto ‘caldo’ della proposta Bianchi riguarda la carriera premiale accelerata dei docenti.

Cosa ne pensate dell’idea di legare gli scatti stipendiali alla formazione?

Assolutamente scandalosa la proposta contenuta nella bozza circolata in questi giorni, ossia legare gli scatti stipendiali alla formazione del personale. Sembra quasi che il Governo e in questo caso il ministro stiano spianando la strada alle proposte portate avanti da alcune fondazioni tra cui Treelle e Fondazione Agnelli che si ergono a paladini del sapere e della formazione ma nella realtà raramente hanno messo piede nelle scuole e basano le loro valutazioni solo sui VERGOGNOSI test INVALSI. Leggendo la bozza risulta palese che quanto espresso dal ministro è ciò che queste fondazioni dicono da anni.

La formazione e l’aggiornamento devono rimanere slegati dagli scatti stipendiali. La formazione e l’aggiornamento devono essere liberi e consapevoli.

Formazione e aggiornamento devono essere liberamente affidati all’iniziativa dei singoli docenti; solo facendo così si contribuisce alla crescita dell’intera comunità professionale e diventa uno stile di lavoro collaborativo. Dunque deve essere garantita la piena salvaguardia del principio della libera scelta da parte del singolo docente.

Partendo dai “nostri” bisogni reali, è possibile adempiere alla formazione seguendo corsi di aggiornamento scelti liberamente o anche provvedendo autonomamente al proprio aggiornamento (mediante autocertificazione delle ore impiegate per lo studio di libri, materiale online, articoli di quotidiani o di riviste specializzate, fonti normative) o procedere alla costituzione di gruppi che autogestiscano il proprio percorso.

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