Reclutamento e formazione docenti, OK Consiglio dei Ministri alla riforma

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Abilitazione prof, la riforma del reclutamento docenti è approdata all’esame del Consiglio dei Ministri oggi, giovedì 21 aprile. Dunque, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, tira dritto sulla riforma che introduce i tre percorsi paralleli per gli aspiranti docenti anche se fioccano le polemiche contro un provvedimento che non piace a nessuno, dai sindacati alle forze politiche, oltre naturalmente ai diretti interessati, i precari.

Abilitazione e formazione prof, OK alla riforma reclutamento dal Consiglio dei Ministri

Come riporta il quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’, il testo riguardante la riforma del reclutamento docenti è arrivata sul tavolo del Cdm: secondo alcune indiscrezioni, i capigruppo dei partiti che compongono la commissione Cultura al Senato avrebbero disertato l’incontro previsto con il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, come forma di protesta per il mancato coinvolgimento politico sull’iter che porterà all’approvazione della riforma.

AGGIORNAMENTO ORE 20: Il Consiglio dei Ministri, poco fa, ha dato il proprio via libera alla riforma del reclutamento docenti, inserita dentro il Decreto PNRR 2. Il nuovo provvedimento, a questo punto, dovrebbe essere pubblicato entro pochi giorni sulla Gazzetta Ufficiale.

L’impianto della riforma reclutamento

Riportiamo qui di seguito i punti fondamentali della riforma, in attesa di conoscere l’impianto definitivo della stessa che, giova sottolinearlo, potrebbe aver subito delle modifiche prima del via libera dal Consiglio dei Ministri. Dunque, ripetiamo, occorrerà attendere la pubblicazione del testo definitivo della riforma prevista dal PNRR.

Come forse molti di voi sapranno, sono previsti tre percorsi. Chi vorrà insegnare dovrà prendere questa decisione già all’Università, se vorrà utilizzare il primo percorso, quello strutturale. Oltre alla laurea, il docente delle scuole superiori (di primo e di secondo grado) dovrà conseguire 60 CFU in discipline antro-psico-pedagogiche, per poi sostenere un esame finale (che dovrebbe essere una sorta di lezione simulata). Superando il percorso, potrà accedere ai concorsi: qualora risulti vincitore, dovrà sostenere l’anno di prova e formazione per riuscire (finalmente) ad ottenere il ruolo. 

La seconda opzione è quella transitoria, in quanto operante sino al 31 dicembre 2024: chi si fermerà a 30 CFU durante il proprio percorso di studi potrà, comunque, partecipare ad una selezione e, in caso di superamento, potrà ottenere gli altri 30 CFU durante il primo anno di insegnamento che sarà a tempo determinato e part time.

Il terzo percorso, invece, è quello riservato ai precari con più di 3 annualità di servizio: questo requisito permetterà loro di accedere direttamente ai concorsi. In caso di superamento del concorso, si dovrà procedere ad un riallineamento nella formazione tramite un percorso che permetterà di acquisire 30 CFU, con prova di abilitazione e anno di prova. Non dovrebbero esserci novità, invece, per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria: sarà sufficiente la laurea in Scienze della formazione primaria.

I concorsi saranno su base annuale, secondo quanto anticipato anche dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. L’obiettivo indicato dalla riforma sarà quello di procedere a 70mila immissioni in ruolo entro il 2024.

Il nodo formazione e scatti di carriera 

Il punto cruciale, però, è la cosiddetta formazione ‘incentivata’ alla carriera. Secondo quanto riporta ‘Il Sole 24 Ore’ di oggi, giovedì 21 aprile, i tecnici sono ancora al lavoro, dopo i rilievi mossi dalla Ragioneria dello Stato in merito ai costi aggiuntivi per l’Erario. Lo schema della riforma dovrebbe prevedere nuovi percorsi formativi (ancora da stabilire se di durata quadriennale o quinquennale) coordinati dalla nuova Scuola di Alta Formazione dell’Istruzione.

Una volta superati i percorsi, il docente potrà anticipare la maturazione degli scatti stipendiali (non si sa, però, ancora di quanto). Dunque, se fino ad oggi il meccanismo degli scatti era legato solamente all’anzianità di servizio, con la nuova formazione sarà possibile maturare lo scatto in via anticipata. 

BOZZA DECRETO

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