Patrizio Bianchi si difende dalle critiche mosse da tutti i sindacati sulla riforma del reclutamento. Il decreto che è stato approvato all’unanimità in CdM, come ricorda e sottolinea il ministro dell’istruzione, è stato letteralmente smontato dai diretti interessati e dalle associazioni sindacali. E’ stato definito un percorso ad ostacoli, che non facilita la professione del docente. Oggi, a Timeline su Sky Tg24, Bianchi replica alle critiche.
La riforma della discordia
Il ministro Bianchi difende la ‘sua’ riforma dalle accuse che le vengono mosse. La Uil Scuola la definisce ‘un’insalata’, perché mentre dovrebbe solo disciplinare il reclutamento, materia riservata alla legge, invade l’ambito della contrattazione.
Il ministro sottolinea che l’approvazione in Consiglio dei ministri è avvenuta all’unanimità. Lo definisce un percorso chiarissimo per chi vuole diventare insegnanti di scuola secondaria, sia inferiore che superiore: “avranno la loro laurea magistrale, poi un percorso all’interno dell’Università di 60 crediti che porterà all’abilitazione, il concorso e l’anno di prova”.
‘Abbiamo messo una grandissima enfasi sulla formazione’
Bianchi aggiunge: “abbiamo messo una grandissima enfasi sulla formazione degli insegnanti, che già sono in aula, su tutta la parte digitale, che non vuol dire solo saper usare gli strumenti digitali ma anche educare i nostri ragazzi a un uso responsabile e critico degli strumenti digitali. E tanta formazione incentivata per quanto riguarda la capacità di progettare la nuova didattica”.
Infine ricorda l’obiettivo: con i concorsi annuali “entro il 2024 siamo impegnati ad assumere 70.000 insegnanti in più”. “Non è un percorso a ostacoli – conclude – ma un percorso formativo chiaro”.
