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La scuola italiana è tra i sistemi scolastici più stressanti al mondo in base al report “Facciamo scuola – L’educazione in Italia ai tempi del Covid” elaborato da WeWorld, organizzazione italiana indipendente che da 50 anni si impegna per garantire i diritti di donne e bambine in 25 Paesi del mondo. Lo studio, fotografando la condizione scolastica in Italia, propone tre interventi per rendere la nostra scuola più corrispondente ai bisogni educativi e formativi degli studenti, promuovendone il benessere fisico e psicologico.  

La denuncia di WeWorld sulla scuola italiana

In base al report di WeWorld, la scuola italiana arreca molto stress, a discapito del benessere fisico e psicologico di tutti i suoi protagonisti, specialmente dopo due anni caratterizzati da lunghi periodi, anche intervallati, di didattica a distanza. Dallo studio effettuato emerge che più della metà degli studenti italiani dichiarano di sentirsi nervosi durante lo studio, non hanno tempo di riposarsi e provano tanta fatica nello stare dietro a tutte le attività scolastiche.

WeWorld sottolinea che proprio questo malessere e nervosismo possono creare disaffezione verso lo studio, disagi psicologici e aumentare la dispersione scolastica: nel 2020 si registra il 20,7% di giovani tra i 15 e 24 anni che non studiano né lavorano. La pandemia rischia di alzare in maniera consistente tale percentuale, soprattutto tra le fasce economicamente e socialmente più deboli, poiché di fatto ha accelerato le diseguaglianze sociali già esistenti. Per tutti questi motivi, WeWorld lancia tre proposte interessanti: rivedere l’obbligo scolastico, rimodulare le vacanze estive, creare la figura di un “dirigente extra scuola”.

Le tre proposte di WeWorld per una nuova scuola

WeWorld propone tre azioni concrete affinché la scuola italiana possa essere meno stressante, realmente inclusiva e prevenga, contrastando, la dispersione scolastica:

1.Riformulare l’obbligo scolastico dai 6 -16 anni ai 3-18 anni: in questo modo, sin dai primi anni di vita i bambini possono beneficiare dell’educazione scolastica, avendo ripercussioni positive sull’apprendimento nel lungo periodo. Inoltre, estendendo l’obbligo fino ai 18 anni, si arginerebbe la dispersione scolastica che investe maggiormente i ragazzi dai 16 anni in su, riducendo anche il fenomeno dei Neet, cioè dei giovani che non studiano né lavorano.

2. Rivedere il calendario scolastico, riducendo le vacanze estive ai soli mesi di luglio e agosto, e distribuire più pause durante l’arco dell’anno, garantendo sempre i 200 giorni di lezione. Questa misura avrebbe tanti benefici: maggiore continuità didattica e relazionale, perdita di competenze, facilitazioni nella gestione scuola-genitori-lavoro

3. Introdurre un dirigente extra scuola, che possa occuparsi di tutte le attività del tempo extrascolastico offerte dal Terzo settore, in collaborazione con il mondo della scuola.

WeWorld sottolinea che le tre proposte sono di facile applicazione, ma potrebbero portare grandi benefici in termini di benessere psicofisico degli studenti, influendo positivamente su intere generazioni che rappresentano la società di oggi e domani.