blocco attività
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La riforma della scuola promossa dal Ministro Bianchi ha sin da subito suscitato le polemiche del mondo della scuola: dal momento in cui il testo è diventato Decreto Legge con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile scorso, il disappunto si acuisce, tanto che con una nota congiunta le sigle sindacali si mobilitano. Inizia la protesta, che potrebbe portare ad indire uno sciopero unitario: al momento si è indetto il blocco delle attività aggiuntive per tutto il personale della scuola. Ma in che cosa consiste questa manovra? Che ripercussioni ha nel concreto della quotidianità scolastica?

I sindacati indicano il blocco delle attività aggiuntive

Tante le polemiche contro la riforma della scuola promossa dal Ministro Bianchi e contro il relativo Decreto Legge n. 36, già all’indomani della sua pubblicazione in GU: tanti i punti e gli aspetti contestati sia in relazione alle nuove forme di reclutamento previste, sia in merito al sistema della formazione continua e incentivata per i docenti. I sindacati FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA RUA, SNALS e GILDA, finalmente riuniti in uno stesso coro, hanno convenuto di organizzare una forte mobilitazione in segno di protesta: in un comunicato unitario, in cui spiegano i motivi del forte disappunto, chiedono l’immediato avvio delle trattative, indicendo una serie di iniziative in attesa di una pronta risposta da parte del governo.

Qualora non ci fossero segni per l’avvio di un confronto e di un ‘aggiustamento’ del Decreto, i sindacati sono decisi nel dare sfogo alla protesta con uno sciopero unitario, la cui data è ancora da concordare (si presuppone fine maggio o il 1°giugno).

Intanto da oggi 3 maggio, è iniziato il blocco delle attività aggiuntive per tutto il personale della scuola, sia docente che ATA. Ma in che cosa consiste questa iniziativa?

In cosa consiste tale blocco e cosa si dovrebbe attuare nella realtà scolastica

Nel comunicato si legge: “Dal 3 Maggio proclamazione dello stato di agitazione con invio piattaforma rivendicativa su cui avviare le procedure di raffreddamento e contestuale blocco delle attività aggiuntive per tutto il personale della scuola”.

Relativamente ai docenti e al personale educativo, si tratta di quelle attività in aggiunta alla funzione d’insegnamento e che quindi non sono obbligatorie: funzioni strumentali, collaborazioni con il DS, ivi compresa quella di vicario, sostituzione colleghi assenti, progetti, corsi di recupero.  

Per il personale ATA e DSGA, invece, si tratta di quelle attività aggiuntive oltre l’orario d’obbligo o, nel caso di Direttori amministrativi, di reggenza presso altre scuole. Se già si aderisse a tale misura, il normale e regolare funzionamento della scuola subirebbe delle ripercussioni e si darebbe un segnale concreto.

Ma nella realtà quotidiana della scuola cosa accade? Questo blocco si realizza concretamente? Purtroppo nella maggior parte dei casi no, in primo luogo a causa di una disinformazione generale: dovrebbero essere le RSU appena elette, sotto la guida delle segreterie sindacali provinciali e regionali, a indire delle assemblee di istituto per illustrare innanzitutto quanto sta avvenendo. Negli ultimi tempi si sta registrando, infatti, un certo distaccamento tra sindacati e personale scolastico: e se questo non venisse colmato, coinvolgendo come parte attiva i protagonisti della scuola, ogni forma di protesta potrebbe essere destinata al fallimento. E in questo caso, il governo avrebbe solo il via libera per cambiare la scuola a proprio piacimento, senza nessuna dovuta consultazione.

COMUNICATO UNITARIO