Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi
Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi

La società italiana attuale si caratterizza per un crescente calo demografico, che ha ripercussioni su vari ambiti sociali, compreso quello scolastico. Nei prossimi anni, infatti, il numero degli alunni delle nostre scuole sarà man mano inferiore e questo fenomeno avrà delle conseguenze. A sottolineare la tendenza in atto è stato in più occasioni lo stesso Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per il quale la minor quantità di alunni comporterà un numero inferiore di classi, ma un aumento della qualità della formazione. E’ veramente questa la strada da percorrere? Per il sindacato Anief no.

Per il Ministro Bianchi il calo demografico comporterà un numero inferiore di classi

Nel corso della presentazione della Unesco Chair on Urban Health a La Sapienza, tenutasi ieri 3 maggio, il Ministro dell’Istruzione ha sottolineato come il calo demografico in atto influenzerà anche il sistema scolastico italiano. Per il capo di Viale Trastevere da qui a 10 anni ci saranno più di un milione di alunni in meno, fattore che comporterà una diminuzione del numero delle classi in ogni ordine e grado di scuola:

“Da qui al 2032-33 l’Italia avrà 1 milione e 400 mila studenti in meno, una caduta demografica di grande portata, che coinvolge la struttura sociale, le ambizioni e le speranze del Paese” ha affermato il Ministro, secondo cui occorre che si presti ancora più attenzione al mondo dell’istruzione, più di quanto si stia facendo.

“Bisogna avere ancora più attenzione alla scuola. Come già stiamo facendo tutte le risorse che ci sono per la scuola devono rimanere sulla scuola. Bisogna ridurre il numero delle classi e aumentarne la qualità”.

Per l’ANIEF occorrono classi con meno alunni, non meno classi

Il Ministro prospetta una diminuzione del numero delle classi come conseguenza del calo demografico che coinvolgerà gli alunni: queste dichiarazioni, però, non piacciono affatto all’ANIEF.

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato, così commenta: “Il Ministro dell’Istruzione fa bene a prevedere un miglioramento dell’offerta formativa a seguito della riduzione delle nascite, ma non comprendiamo perché annunci meno classi e non meno alunni per classe: c’è una differenza abissale tra le due condizioni, ma temiamo che non si tratti di un lapsus. La stessa previsione di riduzione degli investimenti per il comparto Istruzione inserita nel Documento di Economia e Finanza approvato poche settimane fa parla chiaro: perché a giustificare i miliardi di risparmio previsti per i prossimi decenni è proprio la tendenza diffusa alla denatalità. Noi non possiamo essere d’accordo”.  

Alla luce di ciò, il sindacato richiede ancora una volta di eliminare il fenomeno delle classi pollaio, ridurre il numero degli alunni a 15 per classe e il ripristino degli organici precedenti al DPR 81/2009. Queste sono misure che, oltre a promuovere una scuola di qualità, permetterebbero di risolvere i problemi legati alla pandemia e alla sicurezza all’interno delle classi.