Stipendi docenti, la RPD, ovvero la Retribuzione Professionale Docenti, deve essere assegnata a tutti gli insegnanti. Il Tribunale del Lavoro (II Sezione Civile) ha ribadito tale orientamento, condannando il Ministero dell’Istruzione al risarcimento di una docente per una somma di quasi 1700 euro (1677,87 per l’esattezza, oltre accessori, come per legge) oltre al “pagamento delle spese processuali, in favore della parte ricorrente, che si liquidano in €.981 per compensi, oltre IVA e CPA, rimborso forfettario al 15%”.
Stipendi docenti, sentenza Tribunale di Catania: restituiti quasi 1700 euro a un’insegnante
Nella sentenza N. 1657/22, pubblicata nelle scorse ore, si motiva così tale decisione:
‘Basta a tal fine richiamare il principio di diritto espresso dalla Suprema Corte, a cui si ritiene di aderire, secondo cui “”l’art. 7 del CCNL 15.3.2001 per il personale del comparto scuola, interpretato alla luce del principio di non discriminazione sancito dalla clausola 4 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, attribuisce al comma 1 la Retribuzione Professionale Docenti a tutto il personale docente ed educativo, senza operare differenziazioni fra assunti a tempo indeterminato e determinato e fra le diverse tipologie di supplenze, sicchè il successivo richiamo, contenuto nel comma 3 alle “modalità stabilite dall’art. 25 del CCNI del 31.8.1999” deve intendersi limitato ai soli criteri di quantificazione e di corresponsione del trattamento accessorio”” (Cassazione civile sez. lav., 27/07/2018, n.20015; in tal senso, pure Tribunale Bologna sez. lav., 18/03/2020, n.134; Tribunale Cosenza sez. lav., 13/10/2021, n.1765; Tribunale Torino sez. V, 31/01/2022, n.153)’.
Anief ha accolto con soddisfazione la sentenza emessa dal tribunale siciliano, sottolineando come la RPD spetti a tutti i docenti, sia a quelli di ruolo che ai precari. Il fatto di attribuirla solamente a chi ha sottoscritto un contratto a tempo indeterminato rappresenta un atto illegittimo.
Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha così commentato: ‘Questa sentenza ci rincuora, perché conferma che facciamo bene ad assistere i docenti e il personale ATA a cui l’amministrazione continua a negare il diritto alla riscossione di RPD e CIA mensili, come per ai supplenti “Covid”: per ogni anno di supplenze la cifra si aggira sui mille euro annui. Considerando gli stipendi ridotti della scuola – conclude Pacifico – non comprendiamo perché si debbano lasciare queste cifre nelle casse dello Stato’.