Mascherine in classe
Mascherine in classe

Nonostante le decisioni prese dal governo, continuano le discussioni in merito all’uso delle mascherine a scuola: genitori e studenti di alcune realtà scolastiche stanno portando avanti la protesta verso l’impiego dei dispositivi di protezione fino alla fine delle attività didattiche. Anche il sottosegretario Costa e il sindacato ANIEF ritornano sull’argomento: di seguito il punto della questione.

La protesta in corso contro le mascherine a scuola nel bolognese

Continua la polemica verso l’uso delle mascherine a scuola fino alla fine delle attività didattiche: come sappiamo, il governo ha indicato le nuove misure anti Covid e, se per molti contesti, ha abolito l’impiego dei mezzi di protezione, per la scuola ha scelto la via della prudenza. Questa decisione, però, sin da prima che si prendesse in modo definitivo, aveva suscitato le polemiche soprattutto dei genitori che, sin da subito, richiedevano che anche le scuole italiane si allineassero con quanto stabilito negli altri Stati europei, abolendone di fatto l’uso.

In questi giorni, si sta verificando un mascherina – bombing: genitori, studenti, insegnanti stanno mandando al Ministero dell’Istruzione lettere di protesta che contengono una mascherina chirurgica con scritto ‘Basta mascherine a scuola’. Con questo gesto le si vuole rispedire al mittente, il ministro Bianchi e il governo intero, perché contrari alla misura adottata.

Nel bolognese la disapprovazione è molto forte, tanto che, come riporta ‘Il Resto del Carlino’, da un sondaggio condotto su base locale su un migliaio di genitori è emerso che il 72% è in disaccordo con le decisioni prese. I genitori si chiedono le ragioni per cui l’obbligo permane, come se la scuola fosse un luogo più pericoloso rispetto a tanti altri, discoteche comprese, in cui non se ne prevede più l’uso.

La protesta a Milano

Sulla stessa linea la protesta portata avanti dai genitori e da alcuni docenti delle scuole milanesi. Come riporta ‘Il Giorno’, questi hanno inviato una lettera al provveditorato di Milano e al garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Milano, con la quale chiedono l’eliminazione delle mascherine a scuola:

“Ci sembra incredibile che in una situazione nazionale di fine emergenza pandemica, con la caduta dell’obbligo di mascherine perfino in tanti locali chiusi, a scuola si continui a richiedere l’uso della mascherina”. Nella lettera si sottolineano il “minore contagio tra gli adolescenti” e i “vari danni provocati dalle mascherine sulla salute psico-fisica dei bambini”. 

Il punto di vista del sottosegretario Costa e dell’Anief

Anche il mondo della politica e sindacale ritorna sull’argomento: a ‘Radio 24’, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha affermato nuovamente che lui avrebbe già tolto l’obbligo delle mascherine a scuola, soprattutto durate le lezioni, quando gli studenti erano a posto, tra i banchi.

Il presidente nazionale Marcello Pacifico, durante la protesta del 6 maggio, si pone questa domanda: “In tutta Italia è scomparsa la mascherina, perfino in discoteca. Perché rimane a scuola?”. Piuttosto sottolinea la necessità di altri provvedimenti: “Forse avremmo bisogno di aule ventilate, non solo con finestre aperte. C’è un protocollo non firmato dai sindacati, il Ministero dovrebbe chiedersi il perché. Stiamo facendo lezioni non in sicurezza. Ad esempio non sono rispettati i metri quadri di studenti per classe”.