Classi pollaio, i tempi per la loro abolizione si allungano. Bianchi lo dichiara apertamente. Anche Lucia Azzolina che critica il Ministro sembra ripiegare sulla soluzione a lungo termine.
Classi pollaio, Patrizio Bianchi conferma la prospettiva lunga
Classi pollaio, la iattura pedagogica voluta dal duo Gelmini/Tremonti sarà ancora presente per diverso tempo nel sistema scolastico.
L’attuale Ministro Bianchi dichiara che tecnicamente il problema è residuale, quantificabile in un 2,9% e relegato soprattutto nei grandi centri urbani. L’espressione rimanda al D.P.R.81/09 che fissa parametri oggettivi per ogni ordine di scuola. Solo in presenza di un numero di alunni superiore a quello stabilito dal provvedimento legislativo che discende dalla L. 133/08, si può parlare di classi sovraffollate. Ecco spiegato il motivo di affidare al decremento demogratico la naturale riduzione delle classi pollaio.
Nel suo ultimo lavoro (La scuola bloccata, 2022) A. Gavosto riprende e implicitamente sostiene la tesi che le classi pollaio sono stabilite per legge, epurandole di fatto di ogni aspetto psicopedagogico che porta all’inclusione. Un anno fa (6 maggio 2021) il Ministro dichiarava al quotidiano ‘Repubblica’: “gli studenti diminuiscono a causa della denatalità. Andremo comunque verso classi ridotte progressivamente già dal prossimo anno. Ricordo infatti che per settembre abbiamo confermato l’organico dei docenti, anche a fronte di una riduzione degli alunni”.
La coerenza del Ministro-professore di Economia
Oggi il Ministro ha aggiornato la sua posizione. La denatalità favorirà la riduzione del “numero delle classi per aumentarne la qualità”.
Esiste coerenza tra la due posizioni del Ministro. Patrizio Bianchi è un professore che insegna Economia. L’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche abbinata all’efficienza ed efficacia è il criterio orientativo fondamentale di chi percepisce la realtà, soprattutto attraverso il rapporto costo/beneficio. In quest’ottica non è accettabile l’esborso di cinque miliardi di € ipotizzato dal Disegno di legge- Azzolina (art.1) per la loro abolizione.
Lucia Azzolina ‘bacchetta’ Patrizio Bianchi
Recentemente L. Azzolina ha dichiarato: “Due anni fa mi chiedeva di riaprire le scuole con classi composte al massimo da 12 alunni. Si ricorda? Che è successo, ha cambiato idea? Temo che le sue parole siano solo il tentativo di giustificare i tagli, i tagli che si appresta a fare all’organico degli insegnanti, tagli che io da donna di scuola non posso accettare”.
Fondata la puntualizzazione, integrata dal seguente passaggio: “Due anni fa – ha continuato – io da Ministra decisi una deroga alla legge Gelmini, quella che impone un numero minimo di alunni per classe. E feci assumere 70 mila persone, il cosiddetto organico Covid, per consentire lo sdoppiamento delle classi più numerose. Oggi la legge Gelmini resta e l’organico Covid sparisce”.
Occorre evidenziare che il provvedimento preso dall’esponente pentastellata era limitato nel tempo. Non superava il D.P.R. 81/09.
L’ex Ministro affida alla denatalità l’abolizione delle classi pollaioPurtroppo la seguente dichiarazione L. Azzolina (Huffpost 4 maggio 2021) fa pensare anche a una sua resa “Nei prossimi dieci anni ci si attende che la popolazione in età scolare si riduca da 8,61 milioni (nel 2020) sino a 7,48 milioni (nel 2031). La riduzione proseguirà sino al 2036, quando poi il livello della popolazione si stabilizzerà, per riprendere un andamento discendente dal 2050…
Dinanzi a questo quadro, l’idea: mantenere la consistenza della dotazione organica del personale docente costante a partire dal corrente anno scolastico 2020/2021. Ciò, unitamente al consistente calo demografico, comporterebbe una variazione positiva del rapporto alunni/docente. A parità di organico, varierebbe di conseguenza il rapporto alunni/docenti, che dal 2026/2027 si ridurrebbe al di sotto del valore precedente all’entrata in vigore dei disastrosi tagli del 2008(proprio l’articolo 64 prima richiamato) e precisamente a 10,94.”
La Tecnica ostacola la loro abolizione
A questo punto occorre interrogarsi su cosa abbia portato Patrizio Bianchi e probabilmente anche Lucia Azzolina ad arrendersi. La Tecnica è la risposta. M. Heidegger ha riflettuto e scritto molto. Fuorviante identificarla con il singolo prodotto. La Tecnica è sinonimo di ottimizzazione, efficienza ed efficacia. Quindi rimanda a una visione del mondo che negativizza e ghettizza ogni aspetto che non corrisponde ai suoi criteri. Due esempi: la lentezza e la fragilità. Queste non possono essere tollerate in un contesto che ha fatto della fretta e dell’efficienza i nuovi paradigmi.
La migliore interpretazione del pensiero heideggerano è forrnita da U. Galimberti:
“La logica dell’ottimizzazione imposta dalla tecnica ha un solo obiettivo: raggiungere il massimo degli scopi con l’impiego minimo dei mezzi.”
Come scritto sopra le classi pollaio rispondono perfettamente a questo credo.
La riflessione sulle competenze o sulla didattica inclusiva rappresentano solo degli utili distrattori per un convegno, un webinar…