contratto scuola
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Dopo mesi di pausa, ripartono le trattative per il rinnovo del nuovo contratto scuola: il prossimo martedì 17 maggio, infatti, le sigle sindacali di categoria siederanno al tavolo del negoziale con l’Aran, l’Agenzia che per il governo si occupa di rinnovare gli accordi per i dipendenti statali. I fondi stanziati non sono tanti, nonostante le promesse fatte, e per il personale docente si prevedono aumenti pari a quasi il 4% dello stipendio attuale. Di seguito il punto della questione.

Risorse stanziate per il nuovo contratto scuola

Ripartono le trattative per il nuovo contratto scuola, anche se con molto ritardo: l’accordo in oggetto, infatti, si riferisce al triennio 2019/2021. Ricordiamo che, tra tutti i settori della Pubblica Amministrazione, quello dell’istruzione rappresenta sicuramente il comparto con il maggior peso (sono quasi 1,2 milioni i dipendenti coinvolti). Ma su quante risorse effettive si baserà questo rinnovo? In base alla direttiva inviata all’Aran, si sono stanziati in tutto 2,167 miliardi di euro, che si concretizzano in un aumento del 3,78% rispetto agli stipendi percepiti quattro anni fa. Un docente ad inizio carriera e senza anzianità avrà, quindi, un aumento di 50 euro lordi in busta paga, non di più.

Una volta raggiunto l’accordo e siglato il contratto, il nuovo contratto scuola darà diritto a tutto il personale scolastico a ricevere gli arretrati maturati in questo ultimo triennio: occorre, però, sottolineare che potrebbero esserci ancora ritardi prima che si giunga alla firma, considerando che i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero per il prossimo 30 maggio.

Anief sottolinea il suo disappunto in merito alle risorse stanziate

Tutti i sindacati sono concordi nell’affermare che tali risorse sono insufficienti. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF, “la parte economica contenuta nell’Atto di Indirizzo lascia molto a desiderare: con 3mila euro lordi di arretrati e 100 euro di aumenti mensili non si copre nemmeno il costo della vita. Lo stesso 0,55% di monte salari 2018 per il personale Ata, finalizzato alla revisione dei profili professionali e per la valorizzazione dei Dsga, non ci convince”- continua Pacifico -“La verità è che nel 2022 l’inflazione è cresciuta del 6,3% e che rispetto al 2008 il divario è del 20%. Inoltre, nella scuola il 2013 continua a rimanere ininfluente sulla carriera. Sedersi al tavolo della trattativa consapevoli di questo non è un buon avvio”.

Per il segretario generale della UIL Scuola Pino Turi le risorse stanziate sono sempre le stesse, tirate fuori dai soliti capitoli. Secondo Turi “il governo, invece di affrontare i problemi e dare soluzioni come avrebbe potuto fare, in sede di conciliazione, si affida alla narrazione propagandistica. Le risorse disponibili sono quelle accantonate raschiando il barile nelle leggi finanziarie degli ultimi quattro anni“.