INPS
INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale)

Nelle ultime settimane, a proposito del tema pensionistico, si è tornati di nuovo a parlare della proposta Inps della pensione divisa in due tempi. Ma come funzionerebbe esattamente questa ipotesi? A spiegarlo è stato il presidente dell’Istituto Pasquale Tridico.

L’ipotesi della pensione divisa in due tempi

Come abbiamo anticipato in precedenza, nel corso delle ultime settimane sul fronte pensionistico è tornata in gioco l’ipotesi della pensione divisa in due quote. Una proposta formulata già in passato dal presidente Inps, Pasquale Tridico.

Di fatto, una simile misura consentirebbe ai lavoratori prossimi alla pensione di scongiurare il rischio di un ritorno esclusivo alla Legge Fornero.

Se, quindi, il meccanismo dovesse essere approvato darebbe a tutti la possibilità di lasciare il lavoro a 64 anni di età con un pagamento parziale della pensione. La liquidazione totale avverrebbe, poi, al raggiungimento dei 67 anni.

A spiegare meglio il funzionamento della proposta ci ha pensato lo stesso presidente Inps, il quale ha anche evidenziato quali benefici si avrebbero a lungo raggio.

Come funzionerebbe il calcolo

Stando a quanto spiegato dal presidente Inps, Pasquale Tridico, l’ipotesi della pensione in due tempi prevedrebbe la liquidazione della pensione al compimento dei 64 anni per ciò che concerne la sola parte contributiva. Vale a dire, quindi, gli anni di contributi versati dal 1996 in avanti. Nonché la parte meno onerosa per le casse dello Stato.

La seconda tranche, invece, arriverebbe una volta raggiunta la soglia di vecchiaia a 67 anni e riguarderebbe gli anni di lavoro precedenti al 1996. In questo caso, il calcolo avverrebbe secondo il sistema retributivo.

Così facendo, si potrebbe permettere a tutti di andare in pensione in anticipo senza pesare eccessivamente sul sistema previdenziale.

Inoltre, la flessibilità in uscita risulterebbe progressivamente meno accentuata, in quanto si arriverà negli anni ad avere il sistema contributivo puro, così da concedere a tutti l’accesso alla pensione a 64 anni senza sostanziali penalizzazioni.