lezioni in piazza
lezioni in piazza

Gli studenti e i docenti di una scuola secondaria di II grado, dallo scorso mese di novembre, non possono svolgere le attività didattiche in modo regolare, tra i banchi di scuola, a causa del crollo del soffitto di una parte dell’istituto: il danno ha provocato la chiusura di molte aule ed ancora i ragazzi e il personale scolastico aspettano che si attui la messa in sicurezza dei locali. In attesa del ripristino degli spazi scolastici, gli alunni, con i loro docenti, svolgono lezioni in piazza.

Disagi in una scuola secondaria di Catania

Continuano i disagi per gli studenti, i professori e il personale ATA di una delle scuole storiche del comune di Catania, il liceo ‘Boggio Lera’ che, in questi giorni, stanno svolgendo lezioni in piazza: dal mese di novembre, infatti, l’istituto è rimasto in parte chiuso poiché molte aule non sono ancora accessibili a causa del crollo di una falda del tetto del plesso centrale dell’istituto in pieno centro storico.

L’incidente, avvenuto nella notte tra il 9 e 10 novembre scorso, a seguito di un periodo di forti piogge, testimonia la mancata manutenzione dell’intero edifico: i Vigili del fuoco e i tecnici della Città Metropolitana hanno subito constatato il pessimo stato di tutto il soffitto della struttura, chiudendo l’intero edificio per circa 20 giorni.

Da circa sei mesi, però, non sono utilizzabili tutti i locali al di sotto della falda: si contano 21 classi chiuse, con i tantissimi disagi che questo ha comportato in primo luogo per gli studenti e poi per tutto il personale scolastico. Molte classi si sono spostate in altre scuole e presso i locali della Curia, che hanno messo a disposizione i propri spazi per accogliere alunni e docenti.

Lezioni in piazza per gli studenti del liceo ‘Boggio Lera’ di Catania

Nonostante i continui appelli, richieste, lettere, chiamate, email da parte di genitori, dirigente scolastico, docenti ad oggi ancora gli studenti non possono ritornare nelle proprie classi: ad intervenire anche la deputata catanese Maria Luara Paxia che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma nulla ancora si muove. I fondi ci sono, ben 6 milioni di euro si sono stanziati infatti per la messa in sicurezza degli interi locali, ma i lavori si sono fermati solo al progetto definitivo.

In questo caso la burocrazia blocca tutto, anche il diritto all’istruzione in condizioni normali: per attirare l’attenzione e mettere in modo ancora più incisivo sotto gli occhi di tutti il disagio provato, per due settimane gli studenti stanno svolgendo lezioni in piazza, supportati dai propri docenti e dai collaboratori scolastici. Ogni mattina, con l’aiuto di tutti, si trasportano banchi, sedie, libri, lavagna sotto gli alberi di Piazza Dante, e i professori fanno lezione di matematica, italiano, inglese, filosofia: per 15 giorni, le classi a turno proveranno a sensibilizzare ulteriormente l’apparato burocratico che sottende ai lavori.

“Da mesi ci sentiamo smarriti. La scuola per noi è la nostra seconda casa ma non avere un’aula è fastidioso. La didattica a distanza non è sufficiente, non crea empatia” spiega uno studente a ‘Il Fatto quotidiano’. “Ciò che è accaduto non è un caso ma è a causa della mancata manutenzione”, afferma il dirigente Donato Buso, che punta il dito contro la società partecipata a cui il comune ha affidato la gestione delle scuole superiori: “Son tutti dirigenti e non hanno personale che interviene. Se li chiamiamo non arrivano mai”. E in questo modo la burocrazia stoppa la scuola.