Rinnovo contratto scuola, parte oggi, martedì 17 maggio 2022, la trattativa per il rinnovo del CCNL scuola 2019/21: l’Aran, infatti, ha convocato i sindacati per il primo incontro, in programma oggi alle ore 15. Sul fronte degli aumenti stipendiali, il personale della scuola è pienamente consapevole del fatto che non ci si potrà aspettare nulla di buono, visto che mancano le risorse necessarie per un adeguamento sostanziale delle buste paga.
Rinnovo contratto scuola, al via oggi, 17 maggio, la trattativa Aran-sindacati
Un contratto, quello della scuola, che attende di essere rinnovato dal 2018. Il comma 436 dell’articolo 1 della legge 145/2018 prevede uno stanziamento di 1.100 milioni di euro per il 2019, 1.750 milioni per il 2020 e 3.375 milioni a partire dal 2021. A questi devono essere aggiunti altri 400 milioni previsti dalla legge di bilancio di quest’anno. La somma, a regime, dovrebbe ammontare quindi a 3.775 milioni di euro.
Attenzione, però, perché si tratta di fondi che riguardano tutto il pubblico impiego. Considerando che i dipendenti pubblici sono poco più di 3.340.000, a ciascuno spetterebbe un aumento di 1.130 euro (lordi) a testa all’anno. Per arrivare alla cifra netta, però, bisogna decurtare del 50 per cento tale importo, perciò, a conti fatti, l’aumento di stipendio mensile netto dovrebbe risultare di circa 50 euro. Ma non basta.
Gli aumenti nella scuola potrebbero essere anche inferiori visto che il criterio che viene applicato per la distribuzione degli aumenti applica una percentuale identica a prescindere dall’importo iniziale delle retribuzioni. In buona sostanza, considerando che gli stipendi della scuola sono i più bassi di tutta la Pubblica Amministrazione e gli aumenti vengono assegnati in maniera proporzionale, ciò che toccherà a docenti e personale ATA sarà un importo ancora inferiore.
Bianchi: ‘Stiamo facendo delle battaglie titaniche con la Ragioneria per far capire che paghiamo troppo poco i nostri docenti’
Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso di un suo intervento all’incontro ‘L’Identità futura della scuola italiana’, ha dichiarato: ‘Lo so, noi paghiamo troppo poco sia i nostri insegnanti che i nostri presidi. Stiamo facendo delle battaglie titaniche con la Ragioneria per farlo capire. Dobbiamo riportare anche la professione di insegnante ad essere percepita. La nostra collettività non sa cosa fa oggi un insegnante, una maestra’. In pratica, il ministro scarica la colpa sulla Ragioneria dello Stato in merito agli aumenti stipendiali ‘elemosina’.
Anief: ‘Non basta dire che la colpa è della Ragioneria dello Stato’
Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ha commentato le parole del ministro Bianchi: ‘Se il ministro dell’Istruzione assegna la responsabilità delle mancate risorse per l’Istruzione pubblica al dicastero di via XX Settembre, a perdere è tutta la società italiana ma prima di tutti chi la governa. Perché non si può continuare a pensare di esaltare il ruolo della scuola solo a parole, per poi fare economia sempre e solo su questo comparto’.
‘Non possiamo pensare di esaltare il ruolo dei docenti solo con le pacche sulle spalle e dicendo loro ‘grazie’ – ha dichiarato Pacifico – Dobbiamo colmare un’inflazione a due cifre e non possono bastare i 4 punti percentuali previsti per il Ccnl 2019/21: per un rinnovo serio servono risorse fresche. E se non ci sono non basta dire che è colpa della Ragioneria di Stato. Bianchi non si lamenti, quindi, se il sindacato è costretto a proclamare il secondo sciopero generale nello stesso mese’.