studenti in classe
studenti in classe

Ieri, 17 maggio, si è conclusa in modo assurdo l’ultima ora di lezione per una classe di una scuola secondaria di I grado della provincia di Napoli: un alunno ha ricevuto un colpo da arma da taglio inferto da un suo compagno. Tra l’altissima preoccupazione di tutti, lo studente ferito, che per fortuna non ha riportato gravi lesioni, è stato subito trasportato in ospedale: si tratta dell’ennesimo episodio di violenza tra gli adolescenti che dovrebbe spingere, sia genitori che insegnanti, a riflettere su cosa si sta sbagliando.

Studente ferito mentre era il classe

Studente ferito ieri a Napoli: come riporta Rai News, un ragazzino di 13 anni, frequentante la terza classe della scuola secondaria di I Grado (scuola Marino Guarano di Melito, nel napoletano) ha ricevuto dei colpi con un’arma da taglio alla schiena. Immediato è stato il trasporto all’ospedale Santobono di Napoli in codice giallo: la prognosi resta riservata ma non sembrerebbero esserci state gravi conseguenze.

In base alle prime ricostruzioni effettuate, gli inquirenti, intervenuti subito sul posto, hanno constatato che, con molta probabilità, un compagno di classe ha inferto i colpi: tra i due coetanei era scoppiato in precedenza un diverbio. La dirigente scolastica avrebbe già sporto formale denuncia dell’accaduto e convocato un consiglio di istituto straordinario per oggi.

Un’escalation che preoccupa

Purtroppo questo non è un episodio isolato di aggressività tra i giovani: solo alcuni giorni fa, sul web, sono circolate le immagini della rissa con i caschi a Posillipo, o dei ragazzi accoltellati a Marechiaro. E nella stessa scuola in cui ieri è avvenuto il fatto, qualche mese una studentessa aveva aggredito con pugni e calci una compagna nei bagni della scuola. Senza arrivare a questi casi estremi, tuttavia, con frequenza sempre maggiore, si registrano negli studenti atteggiamenti poco educati, non rispettosi, tanto da far prendere decisioni estreme come l’esclusione per alcuni da attività didattiche particolari, quali la gita.

Quello dello studente ferito a Melito, quindi, rappresenta solo l’ennesimo episodio di un’escalation che non solo preoccupa, ma che dovrebbe far riflettere sia genitori sia docenti: non si sta riuscendo più a veicolare i valori di legalità, rispetto ed accettazione dell’altro, collaborazione tra pari, senso del gruppo ed amicizia? In che cosa si sta sbagliando? In cosa non si riesce ad essere efficienti?

Il sindaco di Melito, Luciano Mottola, sui social commenta: “Sono scioccato: per fortuna le sue condizioni non destano preoccupazione, ma a destare preoccupazione è quanto accaduto all’interno di quello che dovrebbe essere un mondo ovattato, come quello della scuola, e che invece tiene in ansia centinaia di genitori per il verificarsi di episodi, che non dovrebbero mai accadere”. La responsabilità non può ricadere solo sugli insegnanti, in primo luogo, infatti, gli stessi genitori dovrebbero stoppare sul nascere certi comportamenti scorretti dei figli: in assenza di sinergia con la famiglia, il successo della scuola diventa difficile da raggiungere.