La riforma della scuola, come sappiamo, oltre a prevedere nuove forme di reclutamento per gli aspiranti insegnanti, introduce un sistema di formazione docente sia iniziale che continua: a quest’ultima si legherebbero aumenti stipendiali incentivati per tutti coloro che, avendo partecipato a corsi formativi della durata di almeno tre anni, superano gli esami previsti. Ma questo sistema presuppone costi alti, e i fondi necessari per finanziarlo si reperirebbero attraverso tagli alle risorse della scuola, in primis sulla carta docente: il sindacato Anief esprime il proprio disappunto.
Non si deve tagliare la carta docente per pagare la formazione docente prevista dal Decreto N.36
Dal giorno stesso della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la riforma della scuola ha scatenato una bufera nel mondo della scuola: oltre al nuovo reclutamento previsto, fa molto discutere il sistema della formazione docente delineato dal ministro Bianchi che si pagherà non con fondi specificatamente stanziati, ma con le risorse stesse della scuola, in primis tagli alla carta docente e tagli sull’organico. La carta, in particolare, avrà in un primo momento la decurtazione al 50%, per poi eliminarla del tutto nel giro di pochi anni.
Da tutti i sindacati è arrivato subito un forte disappunto, tanto che proprio per ‘aggiustare’ la riforma hanno indetto lo sciopero del 30 maggio: l’Anief ritorna a ribadire nuovamente lo stesso concetto già espresso più volte durante le audizioni in Senato contro il Decreto N. 36.
“Il sindacato Anief non è contro la formazione degli insegnanti, noi auspichiamo che ci sia una formazione ma vogliamo che questa non si faccia levando risorse alla scuola”: a dirlo è il presidente nazionale Marcello Pacifico. In particolare, afferma che non si possono sottrarre “soldi dalla carta docente, utile all’aggiornamento della categoria e all’acquisto dei dispositivi informatici e tecnologici a supporto della didattica, anche a distanza: al limite la card docente si dovrà contrattualizzare e non si possono togliere soldi per formare pochi quando si tolgono a tutti questi soldi”.
Servono risorse aggiuntive
Nel corso di un’intervista a Teleborsa, Pacifico ha ribadito che le risorse per finanziare la formazione docente non si possono ricavare dalla denatalità, “quindi dal fatto che abbiamo meno studenti, come è stato fatto nell’ultima Legge di Bilancio: “Questi posti si devono reinvestire per potenziare la didattica, per migliorare gli apprendimenti anche nelle zone ad alta dispersione scolastica o economicamente depresse”. “Il principio fondamentale è avere quindi delle risorse aggiuntive”.
Il presidente sottolinea che tale formazione deve svolgersi durante le ore di servizio: “non è possibile pensare di svolgerla in orario aggiuntivo, perché la formazione è un diritto di tutti i lavoratori. Noi chiediamo questo – ha concluso Pacifico – e certamente senza nessuna gestione transitoria ribadito pochi giorni fa anche all’ARAN, durante il primo incontro sul rinnovo di contratto scuola scaduto da tre anni e mezzo.