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sostegno alunna con disabilità

È allarme per la continuità didattica nel sostegno: dopo gli esiti della mobilità, tra trasferimenti e passaggi di ruolo e cattedra, tantissimi docenti specializzati nel sostegno alle attività didattiche per gli alunni con disabilità lasceranno il posto occupato durante quest’anno scolastico, per prendere servizio dal prossimo 1° settembre presso la scuola in cui hanno fatto richiesta. Tantissimi alunni si ritroveranno quindi con un nuovo insegnante, e non si potrà pertanto garantire la continuità didattica.

7 studenti su 10 cambieranno docente di sostegno

A lanciare l’allarme su ciò che accadrà il prossimo anno scolastico in riferimento al sostegno agli alunni con disabilità è un articolo di ‘La Repubblica’, in cui si mette in luce la situazione che si presenterà dal prossimo 1° settembre in tantissime scuole: a seguito della mobilità, 7 docenti specializzati su 10, avendo ottenuto esito positivo alla domanda di trasferimento presentata, si trasferiranno in un’altra scuola. Questo implica una brusca interruzione della continuità, infatti circa il 70% degli studenti con disabilità perderà il proprio insegnante.

Secondo i calcoli fatti da ‘La Repubblica’ si è davanti ad un vero e proprio ‘disastro educativo’, di cui i primi a farne le spese sono proprio gli alunni più fragili: analizzando i dati sui trasferimenti, sia provinciali che interregionali, emerge che sono circa 20mila i docenti di sostegno che cambieranno scuola. A questa cifra, occorre sommare anche gli insegnanti precari che ad inizio anno scolastico 2021/22 hanno ricevuto una nomina a tempo determinato: si tratta di 116 mila supplenti, che dal prossimo settembre dovranno nuovamente attendere un nuovo incarico.

Trasferirsi è un diritto dei docenti, ma occorrono soluzioni

Cifre davvero consistenti quelle che colpiscono il sostegno agli alunni con disabilità, ma di cui la responsabilità non può ricadere di certo sui docenti. È legittimo, infatti, che ogni insegnante cerchi di migliorare la propria situazione lavorativa, nella maggior parte dei casi facendo richiesta di mobilità per avvicinarsi al luogo di residenza, alla propria famiglia e ai propri cari, ma questo non garantisce la continuità didattica agli alunni più fragili.

Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno infatti afferma: “I docenti fanno le loro scelte ed è normale che cambino scuola per avvicinarsi a casa. Ma la continuità si spezza. Questo cambiamento comporta criticità sul versante delle relazioni: per l’alunno disabile il docente di sostegno è un punto di riferimento”. In un post su Twitter, Matteo Salvini, leader della Lega, ha annunciato che presenterà presto un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione Bianchi, per chiedere delucidazioni in riferimento agli esiti della mobilità.

Più che ai movimenti, tuttavia, si dovrebbero analizzare due situazioni che vengono ancor prima: in primo luogo, stabilizzare al più presto con il ruolo i tantissimi precari che ogni anno cambiano scuola in base all’incarico ricevuto. In merito al TFA sostegno, inoltre, si dovrebbe ovviare al problema della disparità nella distribuzione territoriale dei posti: ogni ateneo dovrebbe bandirne in numero tale da soddisfare le reali esigenze del territorio. Al momento, infatti, al Nord, nelle cui scuole vi è più richiesta di docenti specializzati, le Università bandiscono meno posti rispetto alle regioni del Meridione.