Parlamento
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Decreto PNRR 2, stanno proseguendo in questi giorni le audizioni, in VII Commissione del Senato, delle diverse forze politiche in merito al Decreto N. 36 contenente l’importante ‘pacchetto scuola‘ su riforma reclutamento e formazione continua degli insegnanti. L’obiettivo del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, però, sarebbe quello di mantenere l’impianto della riforma pur accettando alcuni miglioramenti che, però, dovranno essere puntuali e micro settoriali.

Riforma reclutamento e formazione continua dei docenti, Bianchi vuole mantenere l”impianto’

C’è poco ottimismo, da parte delle forze politiche, di poter operare dei sostanziali cambiamenti alla riforma del reclutamento e della formazione dei docenti portata avanti con ostinazione dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Nonostante M5S, Lega, PD, Forza Italia e Italia Viva abbiano espresso più di una critica e di una perplessità in merito allo schema di riforma della scuola, l’obiettivo del ministro è quello di conservare l’impianto strutturale base della riforma contenuta nel Decreto PNRR 2

Primo confronto Bianchi-maggioranza

Come riporta il quotidiano economico ‘Italia Oggi’, il primo confronto tra il ministro Bianchi e la maggioranza è previsto per la giornata di domani, mercoledì 25 maggio: il numero uno del dicastero di Viale Trastevere, infatti, terrà un’audizione presso le commissioni I (Affari Costituzionali) e VII (Istruzione) riunite. 

Alcune proposte, comunque, sono già giunte in vista della scadenza per la presentazione degli emendamenti prevista per giovedì 26 maggio: tra queste proposte citiamo quelle della Lega, sempre più decisa ad ottenere il ripristino dei percorsi formativi abilitanti all’insegnamento (PAS), a percorsi di stabilizzazione diversi per i precari oltre all’eliminazione degli odiatissimi ‘test a crocetta’ dei concorsi.

Lo sciopero del 30 maggio

Il ministro Bianchi, poi, non potrà ignorare la durissima presa di posizione dei sindacati con lo sciopero generale previsto per lunedì prossimo, 30 maggio. Il no al nuovo sistema di formazione incentivata è compatto ed unitario, oltre alla richiesta compatta di un ripristino della questione in sede di contrattazione contrattuale. Senza contare, poi, la questione legata agli aumenti degli stipendi, con la richiesta di nuove coperture più sostanziose che possano alzare ancora un po’ l’asticella riguardante l’incremento delle retribuzioni.

Il destino della professione insegnante racchiuso nel Decreto N. 36

Ad ogni buon conto, il ministro dell’Istruzione, anche nel corso del suo intervento alla Fiera Didacta, ha ribadito come le riforme previste nel Decreto N. 36 siano richieste dal PNRR ed è necessario che queste rispettino tempi e modalità per evitare di perdere le risorse del Recovery Fund.

Ricordiamo che le questioni in ballo sono tante e tutte molto importanti per il futuro della professione insegnante: dal concorso a quiz e i CFU abilitanti al nuovo sistema di reclutamento dei docenti. La questione più calda, tuttavia, resta quella della formazione incentivata che permetterebbe di ottenere un aumento ‘una tantum’: per attuarla, l’intenzione sarebbe quella di attingere dalle risorse relative alla Carta del Docente (Bonus 500 euro) oltre che l’attuazione di tagli agli organici.