Quota 41
Cartello Quota 41

Nelle ultime ore, i sindacati sono tornati a chiedere a gran voce al governo di riaprire il tavolo del confronto a proposito della prossima irforma delle pensioni, un’occasione inoltre per rilanciare la cosiddetta Quota 41. Le richieste delle parti sociali.

Riforma pensioni 2023: torna in gioco Quota 41

Con l’avvicinarsi della scadenza di Quota 102 i sindacati, sostenuti anche dal Leader della Lega Matteo Salvini, hanno deciso di rilanciare Quota 41. La misura di anticipo pensionistico che permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione una volta raggiunti 41 anni di contributi o 62 anni di età.

“Non accettiamo supinamente che l’Italia resti ancorata ai 67 anni” ha dichiarato il segretario Cisl Luigi Sbarra. “L’Esecutivo vada oltre le istruttorie tecniche e faccia ripartire subito il confronto in sede politica sulle nuove pensioni“. Soprattutto per ciò che concerne i giovani e le donne, l’Ape sociale e la flessibilità in uscita.

Le dichiarazioni di Paolo Capone

Dal canto suo, anche il leader della Ugl Paolo Capone ha evidenziato la necessità di riaprire il confronto sul tema pensionistico. “Il premier Draghi ascolti le istanze dei lavoratori, convochi le parti sociali e riapra il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni interrotto a causa della guerra in Ucraina”. Ha dichiarato Capone.

“Urge un intervento volto a scongiurare il ritorno in vigore della legge Fornero e la scadenza di misure come Quota 102, Opzione Donna e l’Ape Sociale, a partire dal primo gennaio 2023″ – ha aggiunto Capone – “È fondamentale, dunque, partire da una proposta come Quota 41, che prevede 41 anni di contributi, a prescindere dall’età lavorativa, dando risposte certe ai lavoratori riguardo il proprio futuro”.