Docenti precari, lo sciopero della scuola di ieri, 30 maggio, ha riguardato diverse problematiche del mondo scolastico: si è parlato soprattutto della riforma del reclutamento e della formazione continua dei docenti, del pesantissimo ritardo del rinnovo contrattuale, della stabilizzazione dei precari ma non bisogna affatto dimenticare i ritardi nell’erogazione degli stipendi ai supplenti.
Stipendi docenti precari, Enrico Galiano: ‘Stanno lavorando gratis da 3 mesi, non si può far finta di niente’
Il quotidiano ‘Repubblica’ ha raccolto le dichiarazioni di Enrico Galiano, il prof scrittore in assoluto tra i più seguiti in Italia. Galiano ha scioperato soprattutto per i ritardi nel pagamento degli stipendi ai colleghi precari. Galiano insegna italiano in una scuola in provincia di Pordenone, e oltre a insegnare e a scrivere libri, è molto attivo sui social dove ha migliaia di follower.
‘Stanno lavorando gratis da tre mesi, e alcuni anche da più tempo – ha dichiarato Galiano a ‘Repubblica’ – Mi spiace per i disagi creati alle famiglie, ma non è una cosa davanti cui si può far finta di niente’.
Galiano: ‘I precari sono i migliori insegnanti che abbiamo ma vengono presi a schiaffi’
Galiano ha spiegato che la questione precari è quella che sente di più: ‘I precari della scuola sono i migliori insegnanti che abbiamo, sono giovani, quando arrivano portano sempre una ventata di aria fresca. E questo è un lavoro che richiede una grande dose di motivazione, per farlo bene bisogna sapersi innovare. Come vengono trattati? In questo momento sono presi a schiaffi. Lo trovo inaccettabile. È come se uno avesse Messi e Ronaldo e li tenesse in tribuna senza stipendio’.
Non si può nemmeno evitare di toccare gli argomenti ‘carriera’, ‘merito’ e ‘capacità’, ultimamente messi in relazione con gli stipendi: ‘Il sistema mette ancora al primo posto la carriera, non le capacità. È un mestiere delicato – ha ribadito Galiano – più di altri ha bisogno di “vocazione”, che significa sentire che hai l’attitudine per farlo e invece questo non viene valutato. E poi, siamo ancora qui a chiedere in ginocchio di ridurre gli alunni per classe. Neanche il prof dell’Attimo fuggente riuscirebbe a fare lezione con 30 adolescenti in aula’.