Carta del Docente, in vista del prossimo anno scolastico 2022/23 non mancano le incognite in merito alla riconferma del bonus da 500 euro destinato all’aggiornamento e alla formazione dei docenti di ruolo. Il comma 9 dell’articolo 44 del contestatissimo Decreto N. 36, infatti, fa riferimento ai costi riguardanti la Scuola di Alta Formazione.
Questi, per gli anni dal 2023 al 2026, saranno recuperati tramite i fondi della Missione 4 – Componente 1 – Riforma 2.2 del PNNR, mentre a decorrere dall’anno 2027, mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 123 della Legge 13 luglio 2015, n. 107, vale a dire i famigerati 381 milioni circa annui destinati dal 2015 fino ad oggi al finanziamento della Carta del Docente. Che cosa succederà, proprio ora che anche i precari possono contare su granitiche basi giuridiche per rivendicare lo stesso diritto sinora spettante ai colleghi di ruolo?
Carta del Docente, incognite legate ai possibili tagli del bonus da 500 euro
Le forze politiche si stanno opponendo con decisione a questa scelta del governo. In primis, a difendere la Carta del Docente c’è proprio chi la istituì nel 2015 con la ‘Riforma Buona Scuola‘, non senza un’ondata di polemiche ad essa connessa: naturalmente, si tratta dell’ex premier Matteo Renzi che ha rivendicato la propria ‘lungimirante intuizione’ avuta 7 anni fa. Il leader di Italia Viva ha firmato un emendamento per chiedere al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, di fare dietrofront e di mantenere intatto il diritto al bonus da 500 euro annuale.
Anche il M5S ha presentato degli emendamenti al Decreto Legge N. 36 attraverso i quali chiedono la Carta del Docente non venga ‘tagliata’, né tanto meno abolita. Dello stesso avviso anche il Partito democratico, fermamente convinto che il diritto introdotto nel 2015 con la legge 107 debba essere confermato.
Bonus da 500 euro anche ai precari: c’è l’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea
Se da una parte, la politica si oppone fermamente alla scelta del governo di operare dei tagli sulla Carta del Docente, dall’altra parte bisogna fare i conti con un’Ordinanza, quella emessa pochi giorni fa dalla Corte di Giustizia Europea che ha riconosciuto a tutti gli insegnanti precari della scuola il diritto a beneficiare del bonus da 500 euro.
C’è chi sospetta che l’azione del governo possa essere strettamente legata al timore di dover allargare il portafogli, vista la chiara presa di posizione dell’Europa, basata sul principio di non discriminazione tra i docenti di ruolo e il personale assunto a tempo determinato.
Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha sottolineato l’importanza di questa Ordinanza che ‘completa il delicato percorso di parificazione del personale precario al personale di ruolo, ma anche perché ribadisce l’equipollenza e pari dignità del servizio espletato dai docenti a tempo determinato, consentendo a tutti i docenti precari o ex precari di recuperare dal Ministero dell’Istruzione le somme non versate’.
Proprio partendo da questo presupposto, il governo potrebbe, per così dire, mettere le mani avanti togliendo il bonus da 500 euro: anziché a tutti, non lo diamo più a nessuno. Gli emendamenti sono stati presentati, ora spetterà al Parlamento decidere se votare SI o NO ai contestatissimi tagli proposti dall’esecutivo.