L’attenzione del mondo della scuola e delle sigle sindacali resta sempre ferma sul rinnovo contrattuale: come sappiamo, l’incontro di martedì 7 giugno si è concluso con un nulla di fatto, allungando così i termini della trattativa, già di per sé lunghi e complessi. Ma quanto ancora dovranno aspettare docenti, personale ATA ed educatori, prima che si giunga al nuovo contratto scuola? Pino Turi, segretario generale della UIl Scuola, ritorna sulla questione, affermando la necessità di giungere al più presto alla firma del tanto atteso CCNL.
Occorre armonizzare risorse, tempi e aspetti normativi per giungere al contratto scuola
Durante l’Esecutivo nazionale UIL Scuola, Pino Turi ha commentato la situazione legata alle trattative negoziali per il rinnovo contrattuale: Turi è tornato a sottolineare nuovamente l’urgenza di arrivare nel più breve tempo possibile a siglare il nuovo contratto scuola (ricordiamo che si tratta sempre del triennio 2019/21), considerando il livello raggiunto dall’inflazione e l’aumento del costo della vita. Per lui l’aspetto del tempo e il problema delle risorse sono cruciali: “Il contratto che si sta negoziando all’Aran è quello del triennio 19/21. Ci sono volute tre Finanziarie per definire le risorse per il rinnovo che si sta negoziando. Sono le cifre annunciate dal Governo, aumenti per i quali le somme sono già stanziate” ha sostenuto in un comunicato. Per il segretario generale le strade che si possono percorrere sono due:
- “la prima, quella che ci pare da preferire e che sosteniamo con forza, è di negoziare subito le risorse specifiche per il rinnovo di questo triennio (+ 3,5%) pur in un quadro di inflazione del 7% e in una prospettiva economica di progressiva asperità della congiuntura internazionale.
Diamo quindi le risorse esistenti al personale della scuola e – contestualmente – andiamo a negoziare le modifiche normative per le quali servono risorse fresche. - la seconda – quella iniziata all’Aran – prevede di negoziare prima la parte normativa e, al termine, quella economica. L’allungamento dei tempi, secondo questa visione attendista, consentirebbe di arrivare a fine anno nella prospettiva di una nuova finanziaria (del 2022) per avere eventuali risorse aggiuntive. Si arriverebbe in questo modo a ridosso delle elezioni e si scavallerebbe l’anno economico, passando al 2023. Significherebbe, nei fatti, saltare un triennio contrattuale”.
Incertezza su nuove risorse finanziarie
In merito a questa seconda via, vale a dire aspettare lo stanziamento di nuove risorse per firmare il contratto scuola, Turi ha posto tante domande: “Siamo certi dell’arrivo di risorse nuove con la prossima Finanziaria? Saranno sufficienti a coprire l’inflazione? In quale contesto economico saranno definite? Con quale scambio professionale saranno definite?”.
La proposta della Uil è chiara: sfruttare le risorse al momento disponibili per gli aumenti stipendiali già maturati dal personale scolastico in questo triennio, aggiungendo solo gli aspetti normativi di più facile attuazione, per poi dedicarsi alla definizione del piano normativo fino a fine anno, sperando di poter reperire altri fondi dai capitoli di bilancio della Finanziaria 2022. “Vogliamo firmare un contratto ogni sei anni?” – ha concluso Turi.