All’interno del dibattito relativo alla prossima riforma delle pensioni, rimangono ancora in gioco diverse opzioni tra cui la flessibilità in uscita e la pensione divisa in due tempi. Ed è proprio la proposta del presidente Inps, Pasquale Tridico, che, ad oggi, sembrerebbe essere la più vantaggiosa.
La pensione divisa in due tempi
Oltre alla flessibilità in uscita in cambio di una penalizzazione sull’assegno, a rimanere ancora in gioco all’interno del dibattito sul fronte pensionistico è l’ipotesi della pensione divisa in due quote avanzata dall’Inps. In particolare, questo meccanismo permetterebbe ai lavoratori di lasciare il lavoro a 64 anni di età con una liquidazione parziale della pensione. La liquidazione totale avverrebbe, poi, al compimento dei 67 anni. Ma quali sarebbero i vantaggi concreti nel caso in cui tale ipotesi dovesse essere approvata?
I vantaggi
Ad oggi fra le proposte avanzate sul fronte pensionistico, quella della pensione divisa in due tempi sembrerebbe essere la più vantaggiosa sia per le casse dello Stato che per i lavoratori. Tale opzione, infatti, permetterebbe da un lato allo Stato di risparmiare circa il 70% in più di quanto è stato fatto con Quota 100. Pertanto le previsioni di spesa si aggirerebbero intorno a quelle previste per Quota 102.
Dall’altro lato, invece, ci sarebbe anche un vantaggio di natura sociale, in quanto il requisito contributivo minimo corrisponderebbe al raggiungimento dei 20 anni. Così facendo, una più vasta platea di lavoratori avrebbe la possibilità di andare in pensione prima lasciando spazio ai giovani, soprattutto nella pubblica amministrazione.