Cresce il numero dei firmatari della petizione online per ottenere l’aumento di stipendio di docenti e ATA in riferimento al rinnovo del contratto collettivo nazionale del Lavoro del comparto Scuola: si richiede un aumento netto di 200 euro mensili, a fronte dei poco più dei 50 euro netti previsti dalla trattativa in corso. Di seguito il punto della questione.
Va avanti la petizione online su un aumento dello stipendio di 200 euro
Ha superato le 40 mila firme la petizione che, ad inizio dello scorso novembre 2021, il gruppo Facebook di ‘Professione Insegnante’ lanciò su Change.org: l’obiettivo è quello di giungere ad un aumento di stipendio sia per i docenti che per il personale ATA di 200 euro netti al mese con il prossimo rinnovo contrattuale, le cui trattative, dopo il secondo incontro tra sindacati e ARAN ancora non hanno portato a nulla.
Ecco quanto si legge nel documento che accompagna la petizione: “In questo periodo di pandemia gli insegnanti hanno dato il meglio di sé non risparmiandosi sotto ogni profilo, contribuendo a tenere aperti i canali dell’istruzione in ogni forma, anche con proprie risorse personali. Noi insegnanti italiani chiediamo un adeguamento dello stipendio di almeno 200 euro netti mensili ad invarianza degli oneri contrattuali, per recuperare il potere di acquisto fermo, ormai, al 2009. E questo a fronte di un aggravio notevole degli oneri burocratici della propria professione, che determina situazioni di stress tali da far considerare, in alcuni casi, la nostra professione quale usurante”. La petizione, se raggiungerà le 50.000 firme, rientrerà nel 2% di quelle più firmate su Change.org Italia.
La situazione del momento
Come sappiamo, le trattative per il rinnovo del contratto scuola sono ancora ferme e tra pochi giorni ci sarà un altro incontro tra sindacati e Amministrazione presso la sede ARAN: le sigle sindacali chiedono di saldare subito gli arretrati e l’aumento di stipendio al momento previsto utilizzando le risorse già stanziate, non attendendo quindi la disponibilità di eventuali altri fondi e trattando a parte l’aspetto normativo.
Nel frattempo cresce il malcontento del personale docente e ATA, sia a causa del grande ritardo accumulato sia per l’aumento stipendiale previsto davvero irrisorio, soprattutto se rapportato con i livelli inflazionistici raggiunti e il rincaro vertiginoso del costo della vita.