Nonostante l’imminente scadenza di Quota 102, il governo non sembra al momento aver ancora trovato una soluzione alla delicata questione pensionistica, si avvicina però una nuova ipotesi: la Quota 103. Vediamo come funzionerebbe qualora dovesse essere approvata.
Riforma pensioni: da Quota 102 a Quota 103
Non riuscendo a trovare una soluzione efficace al problema, non è da escludere che l’anno prossimo Quota 102 possa essere prorogata. In alterativa, il governo potrebbe anche decidere di sostituirla con la cosiddetta Quota 103. Una misura analoga già proposta anche in passato e con cui si andrebbe ad innalzare il requisito anagrafico di un anno. In questo modo, i lavoratori potrebbero andare in pensione a 65 anni di età, sempre con 38 anni di contributi versati.
Secondo questa logica, a partire dal 2024, si passerebbe poi a Quota 104, con l’uscita dal mondo del lavoro a 66 anni. Così facendo, si andrebbe ad evitare lo scalone verso il ritorno esclusivo della Legge Fornero e, quindi, verso la pensione di vecchiaia a 67 anni.
Le novità
Per quanto siano strutturalmente simili, Quota 103 avrebbe, però, un notevole vantaggio rispetto all’attuale Quota 102 in termini di flessibilità. Se da un lato, infatti, la nuova misura permetterebbe di andare in pensione a 65 anni di età e 38 di contributi versati, dall’altro consentirebbe anche di accedervi a 64 anni, ma con 39 di contribuzione. Una concessione che favorirebbe l’allargamento della platea dei beneficiari.
Ad ogni modo, il nodo da sciogliere resta ancora una volta quello economico. Come ha, di fatto, ricordato più volte il presidente del Consiglio Mario Draghi la riforma delle pensioni dovrà essere a tutti i costi sostenibile per le casse dello Stato, per evitare la contrazione di ulteriori debiti.