Continuano seppur a rilento i lavori sul fronte pensioni, nel frattempo però gli italiani si domandano se a partire dal prossimo anno ci sarà ancora la possibilità dell’uscita anticipata o se si tornerà definitivamente alla Legge Fornero. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha, tuttavia, cercato di rassicurare tutti garantendo che il Governo ha intenzione di proseguire sulla strada della flessibilità.
Riforma pensioni 2023: ci sarà l’uscita anticipata?
A causa del conflitto tra Russia e Ucraina, il Governo ha momentaneamente messo da parte le questioni relative alla prossima Riforma pensioni. Tuttavia, rimane ancora nel suo interesse cercare di trovare una soluzione per evitare di tornare alla Legge Fornero e, quindi, alla pensione di vecchiaia. Ad ogni modo, il percorso sembra essere ancora lungo e tortuoso. In quanto l’anno prossimo ci sarà anche da fare i conti con la rivalutazione degli assegni.
A tal proposito, però, il ministro del Lavoro Andrea Orlando in occasione della conferenza dell’Unece, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, è intervenuto cercando di rassicurare in parte gli italiani sulla possibilità di introdurre la flessibilità in uscita.
Le parole del ministro Orlando
Ancora una volta, il ministro del Lavoro Andrea Orlando è tornato a ribadire la necessità di introdurre una qualche forma di flessibilità in uscita sul fronte pensionistico. Tuttavia, il Governo non è ancora in grado di spiegare quali potrebbero essere le modalità per anticipare la pensione prima dei 67 anni. “Stiamo riflettendo sulle modalità di uscita dal mondo del lavoro attraverso forme flessibilità, anche di progressiva riduzione dell’orario di lavoro”. Ha dichiarato il ministro durante la conferenza dell’Unec.
“L’età media è cresciuta nel corso di questi ultimi anni e questo implica la necessità di rivedere la nostra organizzazione sotto diversi profili. Dall’organizzazione del lavoro, dei servizi sociali del welfare e quella complessiva della previdenza”. Ha inoltre aggiunto. “Su questi tre punti stiamo lavorando, partendo dal presupposto che gli anziani possono essere una importante risorsa dal punto di vista sociale ed economico, una leva su cui far crescere la società”.
È possibile, quindi, che per il prossimo anno si ipotizzi una riduzione dell’orario per i lavoratori vicini alla pensione, con una conseguente e progressiva immissione dei giovani nel mercato del lavoro.