autonomia differenziata delle regioni
autonomia differenziata delle regioni

Nonostante i due anni di pandemia che hanno fatto capire quanto sia importante agire con misure comuni dettate da uno Stato nazionale e nonostante l’aumento delle diseguaglianze a livello territoriale, si ritorna a parlare di autonomia differenziata: nei giorni scorsi è girata una bozza di legge quadro in materia di attuazione dell’art. 116 della Costituzione, che dovrebbe velocizzare il processo di riconoscimento di ulteriori forme di autonomia alle Regioni. All’interno di questo processo di autodeterminazione rientrerebbe anche il comparto scuola e istruzione: alle Regioni si conferirebbero maggiori poteri con il disegno legge Gelmini. I sindacati, però, hanno asserito con convinzione il proprio ‘no’ a tale operazione di regionalizzazione.

Flc Cgil contro l’autonomia differenziata

Il sindacato Flc Cgil è contrario ad ogni ipotesi di regionalizzazione della scuola e sta promuovendo azioni di sensibilizzazione contro ogni forma di autonomia differenziata che possa investire l’ambito scolastico e dell’istruzione. Lo scorso 22 giugno, in occasione dell’incontro tra la ministra per gli Affari Regionali Gelmini e i Presidenti di Regione di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, si è tenuto un presidio pubblico promosso dal  ‘Tavolo NO AD’ per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, a cui ha partecipato anche il sindacato guidato da Francesco Sinopoli.

Lo scorso 8 giugno, il sindacato ha inviato alla ministra Gelmini una richiesta di incontro per fare chiarezza sulla questione: in attesa di risposta, per la Flc Cgil è di fondamentale importanza attivare campagne di sensibilizzazione in merito ai rischi che questo disegno legge comporterebbe.

Per la Uil la scuola deve essere nazionale

Anche il sindacato Uil Scuola è intervenuto sulla questione: nell’intervento di ieri 24 giugno alla Camera dei Deputati, nell’ambito della proposta di legge di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata, il segretario generale Pino Turi ha sottolineato la necessità che la scuola sia nazionale e non regionalizzata: “La scuola deve essere nazionale. Siamo pronti a realizzare una raccolta firme contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema nazionale di istruzione”- ha affermato -“Se si va verso l’autonomia differenziata non solo si tradiscono i principi costituzionali ma si va verso un frazionamento della scuola e, dunque, della società”.

Turi ha sottolineato che tale autonomia comporterebbe effetti negativi soprattutto al Sud Italia, dove già mancano infrastrutture e trasporti. Ha evidenziato che la scuola non è paragonabile a nessun altro settore: “Non è un servizio ma una funzione dello Stato, se viene messa sullo stesso piano di un servizio si crea un problema. Il diritto all’istruzione è un diritto fondamentale, non può essere trasmesso sul piano della contrattazione economica”.  Il segretario ha concluso il suo intervento dichiarando che il suo sindacato contrasterà aspramente questo disegno di legge che coinvolge la scuola.