La protesta dei docenti italiani sul Decreto Legge 36/2022 non si è placata e, a pochi giorni ormai, dall’approvazione del testo da parte della Camera, un gruppo di insegnanti si è appellato direttamente al Quirinale. Allo stesso tempo, pur consapevoli della ristrettezza dei tempi, hanno lanciato una petizione online, al fine di raccogliere quante più firme possibili per catturare l’attenzione dei vertici della politica. Riportiamo in allegato il contenuto della lettera al Presidente della Repubblica appena inviata.
Un gruppo di docenti ha scritto al Presidente Mattarella
Nella tarda mattinata di oggi, 27 giugno, è arrivato un ultimo tentativo per esprimere il forte disappunto verso il Decreto Legge 36/2022, malcontento che accumuna la maggior parte del mondo della scuola, soprattutto di chi crede nel valore dell’istruzione e ama veramente il proprio lavoro. Un gruppo di docenti, infatti, ha deciso di appellarsi direttamente al Quirinale, inviando una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sperando in un suo intervento in extremis con un rinvio sospensivo dei lavori.
Nel testo si evince il grande disagio che attraversa l’intera comunità dei docenti italiani e della generazione di giovani che sono il futuro della nostra Repubblica: i docenti chiedono la tutela del diritto costituzionale allo studio e al lavoro, e la difesa degli articoli 21 e 33 della Costituzione italiana.
Punti focali della lettera al Presidente della Repubblica
Nella lettera al Presidente della Repubblica, i docenti hanno evidenziato gli alti costi che il sistema della Scuola di Alta formazione richiede, costi che si finanzieranno con i tagli all’organico dell’autonomia e che non risolveranno il problema delle classi pollaio (questione che non trova soluzione con il crescente livello della denatalità).
Gli scriventi hanno invece sottolineato ciò che occorre per la scuola:
- contratto nazionale che è scaduto da ben 40 mesi (e con esso il nuovo sarebbe già vecchio perché anche quello sarebbe già scaduto da 4 mesi);
- recupero degli 8 punti di inflazione;
- introduzione dell’indennità di rischio biologico che non è mai stata neanche presa in considerazione;
- adeguamento degli stipendi più bassi di tutta Europa;
- diritto al recupero del potere d’acquisto per tutti ed ad un cambio di rotta che porti si ad aumenti economicamente sostenibili, ma anche e soprattutto socialmente accettabili;
- buoni pasto per i lavoratori della scuola che oggi ormai vedono i propri cari a tavola solo una, due volte la settimana.
Riportiamo in allegato per intero il testo inviato al Quirinale. Inoltre, come detto, allo stesso tempo si è avviata una petizione on line su change.org, finalizzata alla raccolta di quante più firme possibili (https://chng.it/fzWpPKwDdk).