Ministro Bianchi
Ministro dell'Istruzione Bianchi

La riforma della scuola del Ministro Bianchi, come sappiamo, punta molto sulla formazione del personale docente. In modo particolare, dopo la sfida improntata sul digitale e gli sforzi che la scuola ha dovuto compiere durante l’emergenza sanitaria, per il Ministro dell’Istruzione è diventato di primaria importanza formare gli insegnanti sulle tecnologie da poter utilizzare per uso didattico: la volontà di ‘riaddestrare i docenti al digitale’, però, ha suscitato forti polemiche nel mondo della scuola.

Il Ministro Bianchi vuole ‘riaddestrare i docenti al digitale’

In più occasioni il Ministro Bianchi ha sottolineato l’importanza che per lui riveste la formazione del personale docente, come del resto si evince dalla riforma da lui promossa. In occasione del convegno ‘Ethics and Artificial Intelligence Confirmation’ promosso dall’Aspen che si è tenuto a Venezia nei giorni scorsi, il Ministro si è soffermato soprattutto sull’importanza formativa legata alle tecnologie, infatti ha affermato: “In Italia, in 4-5 anni, dobbiamo riaddestrare 650mila insegnanti per andare incontro ad un insegnamento adeguato al futuro digitale e all’interconnessione globale che si è ormai prospettato”.

‘Riaddestrare i docenti al digitale’ è una delle priorità del capo di Viale Trastevere: tale formazione sarebbe obbligatoria e coinvolgerebbe tutti gli insegnanti, di tutte le discipline, compreso il sostegno, e di tutti gli ordini di scuola. Bianchi ha dichiarato che il governo ha investito 800 milioni di euro, vale a dire circa 1230 euro per ogni insegnante.

Scoppia la polemica sulle parole del Ministro

Le parole del Ministro però non piacciono al mondo della scuola: sui social, infatti, in queste ore si sono accavallati post in cui i docenti hanno polemizzato sul “riaddestrare i docenti al digitale” e commentato in negativo l’uso del termine “riaddestrare”. Molti hanno rigirato l’espressione ai politici, che secondo tanti dovrebbero fare loro stessi dei corsi di formazione. Per il coro comune il governo per prima cosa deve reinvestire nella scuola, gratificando il personale scolastico con adeguati aumenti stipendiali.

Anche il coordinatore nazionale Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, in un post su Facebook ha espresso un commento negativo su quanto affermato: “Trovo imbarazzante che il Ministro parli della necessità di riaddestrare 650.000 insegnanti al digitale. Si tratta di un’espressione offensiva”.

Sulla questione è intervenuto anche Luca Fantò, Referente nazionale PSI scuola, scuola e università, il quale ha affermato: “Al netto dell’infelice espressione ‘riaddestrare gli insegnanti’ che è auspicabile si corregga al più presto, bisognerebbe ricordare al Ministro Bianchi che i 650.000 docenti che ritiene sia necessario preparare per fornire un insegnamento adeguato al futuro digitale, allo scoppio della pandemia si sono impegnati, auto formati (senza bisogno che nessuno li obbligasse con un Decreto Legge) e lanciati nel futuro digitale arginando i danni derivanti dallo stop delle lezioni frontali in epoca COVID”. Sarebbe pertanto più utile investire nella scuola, non tagliando le cattedre e l’organico, eliminando il fenomeno delle classi pollaio e il malcostume della supplentite, ed adeguando gli stipendi dei docenti.