Con l’approvazione della riforma del reclutamento arrivano importanti novità nella scuola. Il testo di legge prevede nuovi percorsi abilitanti e una fase transitoria. Abbiamo chiesto al senatore Mario Pittoni, Responsabile del Dipartimento Istruzione Lega e Vicepresidente Commissione Cultura Senato, di condividere con noi la sua opinione in merito. Il Senatore ci ha anticipato che si sta già lavorando per migliorare i percorsi.
Riforma reclutamento, intervista a Mario Pittoni
Ieri l’Onorevole Mario Pittoni, nel rispondere alla nostra prima domanda, ci ha riferito un dettaglio importante del testo, riguardante gli insegnanti di sostegno.
Vorremmo una sua opinione generale su quanto è stato appena approvato in Parlamento, con la riforma del reclutamento.
“Importante è il via libera alla nostra norma per l’accesso riservato ai corsi di specializzazione sul sostegno di chi vanta tre annualità di esperienza specifica. Al momento la sua lettura porta a pensare che i requisiti del possesso dell’abilitazione e del titolo di studio valido per l’insegnamento debbano essere posseduti entrambi, mentre per logica e continuità con la normativa precedente chi voglia specializzarsi sul sostegno e già lavora da almeno tre anni degli ultimi cinque nel settore, basterà sia in possesso “o” dell’abilitazione “o” del titolo di studio valido”.
Il Senatore chiarisce ulteriormente: “La “e” presente nel testo attuale è frutto di una svista (non nostra) nella fase di trascrizione della proposta, che si configura quindi come semplice errore materiale. Presenteremo nel primo provvedimento utile un emendamento correttivo chiarificatore della reale intenzione del legislatore, così da fugare ogni dubbio interpretativo e soddisfare la richiesta, che parte principalmente dalle famiglie dei ragazzi con difficoltà , i quali hanno tutto il diritto di ottenere che chi da anni si occupa di loro possa specializzarsi”.
La fase transitoria: quella prevista dal testo sarà definitiva?
Non potevamo non chiedere al Senatore Pittoni della fase transitoria. Come è noto, lui si batte da tempo per dare la possibilità ai precari di essere stabilizzati.
Onorevole, lei chiede una fase transitoria da tempo: la formula prevista in questa riforma le piace?
“Siamo solo al primo tempo. Non mi stancherò mai di ripetere che sarebbe stato più pratico riattivare i Percorsi abilitanti speciali (Pas), collaudati con successo nel 2013, estendendoli a ingabbiati e dottori di ricerca. A tali percorsi – auspicati a gran voce da centinaia di migliaia di precari ancora confinati in seconda fascia – viene riconosciuto di aver prodotto docenti di livello puntando su didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la didattica, modellandosi sulle caratteristiche delle categorie coinvolte.
Al contrario, nel comma 4 dell’art. 2 bis del decreto Pnrr2 appena convertito, le categorie di accedenti ai percorsi non sono distinguibili, quando ne vanno assolutamente considerate almeno quattro.
“Quindi” – ci anticipa il Senatore – “tutto si giocherà sulla “qualità ” del DPCM che la presidenza del Consiglio dovrà concertare con ministero dell’Istruzione e ministero dell’Università e della Ricerca. Presenteremo proposte articolate. Può essere l’occasione per non fare rimpiangere i Pas a triennalisti e ingabbiati che, comprensibilmente, interpretano il tirocinio come ennesima vessazione nei loro confronti”.
Ringraziamo il Senatore per la sua disponibilità e cortesia a condividere con noi queste informazioni.
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