Una docente era stata esclusa dalle GPS per aver dichiarato un voto di diploma magistrale falso. Invece di riportare i voti delle singole materie, aveva indicato un complessivo 70/100. Dopo aver presentato ricorso al Tar, viene riammessa e torna in corsa per le supplenze. La vicenda è stata raccontata da La Repubblica.
Docente esclusa dalle GPS: i fatti
L’esclusione della docente dalle GPS era basata sulla norma ministeriali che la prevede nei casi in cui l’aspirante, in fase di compilazione della domanda, faccia dichiarazioni non corrispondenti a verità. In questo caso, dalle verifiche effettuate dalla scuola i voti del diploma triennale di scuola magistrale non corrispondevano. Ma il motivo era legato al fatto che il diploma non riportava la votazione complessiva, ma i voti per singole materie.
La docente ha deciso di presentare ricorso.
La decisione del TAR
L’esclusione si basava solo sulle dichiarazioni non corrispondenti a verità sul titolo di accesso. Non teneva conto di altri fattori che il TAR ha sottolineato e che hanno portato alla riammissione in graduatoria. “La normativa non è intesa a sanzionare la falsità di dichiarazioni irrilevanti rispetto al conseguimento di un determinato beneficio (l’ammissione alla graduatoria).
È pacifico e non contestato che la ricorrente fosse in possesso del diploma di abilitazione all’insegnamento, titolo prescritto per l’accesso alla graduatoria, mentre la oggettiva non corrispondenza del punteggio dichiarato rispetto a quello conseguito avrebbe giustificato – al più – la rideterminazione del punteggio e della posizione.
Ma ciò va escluso: l’ordinanza ministeriale prevede che “qualora nel titolo non sia indicato il punteggio ovvero il giudizio finale non sia quantificabile in termini numerici, sono attribuiti 8 punti“.
Inoltre, il tribunale sottolinea che la falsa dichiarazione sarebbe risultata addirittura controproducente per la ricorrente. Per questo motivo il dolo è da escludere e l’esclusione è illegittima.