riforma pensioni
Orologio e monete

Mentre Quota 102 si avvicina alla sua naturale scadenza, il Governo sembra non aver ancora fatto chiarezza sul tema pensioni: in particolare, che cosa potrebbe accadere a partire dal 2023 senza un’opportuna riforma? Scopriamo quali sono gli scenari possibili.

Pensioni 2023: cosa accadrà senza riforma?

Fino ad oggi sul fronte della riforma pensioni si è più volte sentito parlare di diverse soluzioni, senza però arrivare ad un vero e proprio accordo fra partiti, sindacati e lavoratori. Ma che cosa potrebbe accadere qualora non si dovesse trovare un punto di incontro? Al momento tra le opzioni in gioco rimangono la possibilità di:

  • una proroga di Quota 102;
  • la pensione divisa in due quote proposta dall’Inps;
  • l’ipotesi di una qualche forma di flessibilità in uscita a partire dai 63-64 anni in cambio del calcolo contributivo.

Per quanto riguarda, invece, la proposta dei sindacati e della Lega di Quota 41 per tutti sembra proprio che non vi siano le condizioni necessarie affinché possa essere attuata.

Opzione donna e l’Ape sociale

Come abbiamo anticipato, fra le varie opzioni finora prese in considerazione la più accreditata in termini di fattibilità pare essere la pensione divisa in due quote. La proposta formulata dal presidente Inps Pasquale Tridico. Ad ogni modo, attualmente le uniche certezze sul fronte pensionistico sembrano riguardare la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale.

Ancora non sappiamo se queste due misure siano destinate a diventare strutturali. Ma è altamente probabile che vengano rinnovate ancora per un altro anno con alcune modifiche. Nel caso di Opzione donna è, di fatto, possibile che si assista ad un innalzamento di un paio d’anni del requisito anagrafico. Mentre per quanto riguarda l’Ape sociale, si starebbe parlando di ampliare ulteriormente la platea dei beneficiari e di rendere meno stringenti alcuni requisiti.