Crisi di governo, il non voto del Movimento 5 Stelle al Decreto Aiuti sta provocando un vero e proprio terremoto all’interno dell’esecutivo Draghi. Dopo le dimissioni del premier, la giornata chiave sarà quella di mercoledì 20 luglio quando il Presidente del Consiglio riferirà in Senato e alla Camera in merito alla crisi di governo. Quali potranno essere le conseguenze della nuova situazione politica per quanto riguarda la scuola? Quali sono i possibili scenari?
Crisi governo Draghi, riforme scuola rischiano una brusca frenata
Dopo il Consiglio nazionale del M5S, Giuseppe Conte è intervenuto in una diretta Facebook, affermando “Non potremo condividere alcuna responsabilità di governo se non ci sarà chiarezza sui punti nel documento consegnato, e se non ci sarà indicazione concreta sulla prospettiva di risoluzione di quelle questioni”, ha detto, prima di aggiungere: “Qualcuno ha parlato di ricatto, noi il ricatto lo abbiamo subito. Il nostro non è stato un No alla fiducia”.
In attesa di conoscere il destino dell’esecutivo Draghi e quali potranno essere le conseguenze politiche in relazione alla crisi di governo, la scuola guarda con attenzione ai possibili scenari futuri. La crisi di governo, infatti, come riporta il quotidiano ‘Il Sole 24 ore’ di domenica 17 luglio, rischia di rallentare anche il processo riformatore di scuola e università.
Entro il prossimo mese di dicembre, infatti, il comparto Istruzione sarà chiamato ad interventi importanti, come il rilancio degli istituti tecnici e professionali. La riforma degli Its, promossa dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, prevede ben 19 decreti attuativi, alcuni dei quali sono assolutamente centrali affinché si possa partire con i corsi in autunno.
C’è poi da portare a termine la riforma dell’orientamento, a partire dalle scuole del primo ciclo, senza dimenticare il maxi piano di formazione (soprattutto digitale) dei docenti.
Contratto scuola e protocollo sicurezza per il nuovo anno scolastico
L’estate ‘calda’ della scuola, però, interessa soprattutto la trattativa per il rinnovo di contratto: il destino del governo, naturalmente, andrebbe ad influire decisamente sulla possibilità o meno di arrivare all’ipotesi di un ‘contratto ponte‘ urgente (voluto fortemente soprattutto da Anief).
Oltre alle riforme e alla questione legata al rinnovo di contratto, non bisogna affatto dimenticare il tema ‘sanitario’ legato al prossimo ritorno in classe: sono ancora tante le incognite per settembre, si ritornerà nelle aule con la mascherina e il distanziamento? Si riuscirà ad arrivare ad un nuovo protocollo sicurezza prima dell’avvio del nuovo anno scolastico?
Bianchi in bilico: ‘Chissà se ci sarò domani…’
La crisi di governo, infine, non può che mettere in bilico la posizione del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Mercoledì scorso, in occasione di un incontro con i dirigenti di Cisl Scuola, Bianchi ha lasciato intendere il suo pessimismo in merito al suo futuro a Viale Trastevere: ‘Chissà se ci sarò domani…’, ha dichiarato il ministro.
Tra un possibile Draghi bis e un nuovo esecutivo provvisorio sino a maggio 2023, le incognite, anche per quanto riguarda la scuola, sono tante.