Crisi di governo, il premier Mario Draghi è giunto al termine del suo mandato. La fiducia al Presidente del Consiglio è passata in Senato, ma con soli 95 voti favorevoli: si tratta del risultato più basso che il governo abbia ottenuto in questa legislatura. Un numero troppo basso per continuare. Così, Mario Draghi comunicherà  quest’oggi, giovedì 21 luglio, alla Camera dei Deputati, la propria intenzione di confermare le proprie dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La seduta è convocata per le ore 9. Insieme al premier Draghi, anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, terminerà il proprio mandato al Ministero dell’Istruzione.
Crisi di governo, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi all’epilogo del proprio mandato
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha nascosto il suo dispiacere. Mario Draghi sarà costretto a congedarsi, di fronte ad un Parlamento in rivolta. L’Italia, di fatto, torna in bilico. Il Capo dello Stato darà il via alla macchina dello scioglimento del Parlamento. Non si dovranno superare i 70 giorni per le nuove elezioni: si parla del 25 settembre o più probabilmente il 2 ottobre.Â
Elezioni: la data più probabile è il 2 ottobre
Il 25 settembre sarebbe la data preferita dal Quirinale in quanto si avrebbe a disposizione una settimana in più per l’approvazione della legge di Stabilità : il nuovo governo dovrebbe entrare pienamente in azione soltanto a novembre e i tempi per l’approvazione della nuova legge di Stabilità sarebbero strettissimi.
Il 25 settembre, però, è la vigilia di una festività , il Capodanno ebraico. Quindi, molto più probabilmente, si andrà al voto il 2 ottobre: non era mai successo, nell’era della Repubblica, che si andasse a votare in autunno. I partiti dovranno organizzare la propria campagna elettorale sotto l’ombrellone e in spiaggia.
Per quanto riguarda la scuola, con l’imminente fine dell’esecutivo Draghi, anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, lascerà Viale Trastevere.Â
I docenti ‘mandano via’ il ministro Bianchi
Non che il personale scolastico, in particolar modo i docenti, ne siano dispiaciuti. Infatti, secondo un sondaggio condotto dal noto portale ‘Tecnica della Scuola’, gli insegnanti non vogliono più il ministro Bianchi. Sotto accusa, soprattutto, la riforma del reclutamento e della formazione del personale docente, oltre ad un rinnovo contratto che non promette nulla di buono, sul fronte aumento stipendi (con le buste paga del personale scolastico ridotte sempre di più all’osso, divorate dalla dilagante inflazione).Â
A Bianchi viene soprattutto rimproverato il fatto di non aver agito in maniera concreta a favore del personale scolastico, anzi: avrebbe incrementato gli oneri burocratici e i pesi da sostenere.
È ancora presto per parlare del ‘post Bianchi’ e dei possibili nomi dei candidati per il Ministero dell’Istruzione: resta il fatto che la scuola, con questa improvvisa crisi di governo, ne esce ancora una volta con le ossa rotte, anche e soprattutto in vista del rientro in classe a settembre.