Nella giornata di ieri, 27 luglio, si è tenuto in videoconferenza un incontro tra il Ministero dell’Istruzione e le organizzazione sindacali in riferimento all’informativa sul prossimo DM – Individuazione dei criteri per l’attribuzione delle risorse per la valorizzazione del personale docente ai sensi del D.L. 36/2022, art. 45 comma 1. Il sindacato Flc Cgil ha espresso il proprio disappunto in merito all’emanazione del decreto che dovrebbe mirare alla valorizzazione dei docenti, definendo l’informativa ‘fuori testo e contesto’: di seguito il punto sulla questione.
L’amministrazione ha informato sul decreto attuativo per la valorizzazione dei docenti
Il Ministero ha presentato la bozza del decreto attuativo che andrà a stabilire la spartizione dei fondi alle scuole, corrispondenti a 30 milioni di euro: l’obiettivo è la valorizzazione della professionalità del personale docente che assicura “l’interesse dei propri alunni e studenti alla continuità didattica” e “che presta servizio in zone caratterizzate da rischio di spopolamento e da valori degli indicatori di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica”.
Si tratta di un atto dovuto, in quanto il Ministero deve dar seguito alla Legge N. 79 del 29 giugno 2022, connessa alla misure previste dal PNRR: la stessa legge prevede una prima applicazione nelle “more dell’aggiornamento contrattuale”. Si indicano alcuni criteri per individuare la distribuzione delle risorse disponibili alle scuole e alla valorizzazione dei docenti che, essendo titolari in una scuola, prestano effettivo servizio continuativo.
La posizione della Flc Cgil
Per la Flc Cgil il decreto mira poco alla valorizzazione dei docenti, è apparso “precipitoso” e “non necessario” per varie ragioni. In un comunicato, in primo luogo, il sindacato ha sottolineato che la materia è oggetto di trattativa per il rinnovo del CCNL, i cui lavori sono in corso di svolgimento già presso l’Aran. Inoltre, la sede più opportuna per definire i criteri è il CCNI mobilità, dato che si devono definire delle chiare regole e chiarire le conseguenze per chi decide volontariamente di trasferirsi. “In alcun modo, a giochi fatti, possiamo accettare l’emanazione di disposizioni retroattive che vanno ad incidere sul salario accessorio, con il rischio di escludere chi ha operato delle scelte individuali quando il contesto normativo era diverso”, ha affermato il sindacato.
Inoltre, ha espresso il proprio disappunto in merito ai tempi di realizzazione: “La nostra piena divergenza, infine, risiede proprio sulla tempistica di attuazione: riteniamo, infatti, si debba rinviare il provvedimento consentendo così la conclusione dell’iter del CCNL, tenuto conto che parliamo di fondi che non saranno erogabili prima dell’inizio dell’a.s. 2023/24 quando le scuole chiuderanno il monitoraggio dei docenti direttamente interessati”. Alla luce di queste osservazioni, il Ministero ha ritenuto rinviare ogni decisione per approfondire meglio la questione.