Scuola. È indipendente oppure il suo profilo è determinato da soggetti esterni? La risposta, purtroppo, porta ad un’amara constazione. Due esempi confermano la sua colonizzazione.
Scuola, quanto è indipendente?
Scuola. È possibile ipotizzare il suo futuro, verificando il suo grado d’indipendenza. In altri termini, il suo profilo organizzativo è giustificato da elementi pedagogico-didattici? Qual è il contributo dei docenti alle riforme scolastiche?
Apparentemente i quesiti sono di difficile soluzione. Utilizzando, però l’approccio delle “briciole di pane” è possibile giungere a una risposta molto vicina alla realtà. Purtroppo la riflessione su queste tracce porta all’amara constazione che l’istituzione scolastica è fortemente condizionata dal financapitalismo (L. Gallino) e da soggetti esterni ad essa.
Due esempi che confermano la sua colonizzazione
Ovviamente ogni conclusione necessita di prove. Diversamente rischia di ridursi a uno sterile chiacchiericcio.
Prima prova. Le classi pollaio. Prima di divenire Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi si dichiarava contrario alle classi sovraffollate, sostenendo la posizione del filosofo U. Galimberti “massimo 12 alunni per classe”. Assunta la funzione di responsabile dell’istruzione, la sua posizione è cambiata, trincerandosi dietro il fattore tecnico-giuridico (D.P.R. 81/09). Da qui l’affermazione che le classi pollaio sono poche e limitate agli istituti tecnici.
Recentemente ha integrato tale giudizio con elementi pedagogici, dichiarando che in classi troppo piccole “i bambini non si ritrovano” Il cambio di atteggiamento è significativo e porta a pensare che il Ministro Bianchi abbia maggiormente ascoltato le sirene del finanzcapitalismo che ritengono la Tecnica (ottimizzazione) il nuovo verbo.
Seconda prova. Il reclutamento e la formazione incentivata. Il riferimento è la Legge 79/22, prima Decreto 36/22. Quest’ultimo non è il prodotto di una consultazione degli insegnanti. E’ stato presentato il 30 aprile, senza passare per la scuola. Pare che il suo suggeritore sia stata la Fondazione Agnelli (A. Gavosto).
A questo punto, qualcuno ha ancora dei dubbi?