Assunzioni docenti 2022/23, con qualche ora di ritardo è stata aperta la piattaforma ministeriale per la presentazione delle domande per il conferimento degli incarichi di supplenza al 30 giugno e al 31 agosto. Tuttavia, non si placano le polemiche in merito all’impossibilità, per i docenti abilitati inseriti in prima fascia GPS (posti comuni), di partecipare alle procedure di stabilizzazione. Tale possibilità, invece, è stata data, ancora una volta in via straordinaria, ai docenti di sostegno inseriti in I fascia GPS.
Assunzioni docenti 2022/23, Anief: ‘Perché un abilitato inserito in I fascia non può essere assunto se mancano colleghi in GAE e GM?’
In una nota informativa, il sindacato Anief torna sulla questione riguardante le immissioni in ruolo docenti per l’anno scolastico 2022/23. “Perché un insegnante abilitato inserito in prima fascia, con i posti disponibili per le immissioni in ruolo, in quanto non risultano più presenti colleghi nelle graduatorie di merito e GaE della propria classe di concorso in quella determinata provincia, non ha diritto ad essere assunto nei ruoli dello Stato?’.
Questa è la domanda che si pone il sindacato guidato da Marcello Pacifico.
Anief ricorda di aver predisposto la preadesione ad uno specifico ricorso in tribunale, in quanto fermamente convinta, invece, che siano presenti tutti i presupposti per ottenere la stabilizzazione. Da qui parte l’invito rivolto a tutti i docenti che si trovano in questa situazione, quindi a tutti coloro che risultano collocati in prima fascia Gps su posto comune o curricolare, ad aderire alla preadesione al ricorso che sarà proposto presso il Tar del Lazio per ottenere l’immissione in ruolo dalla I fascia Gps, partecipando così anche loro alle nomine in ruolo 2022/2023.
Anief si chiede come sia possibile, in questo contesto così particolare e con tanti posti autorizzati dal Ministero per l’Economia e le Finanze, non prendere in considerazione una possibilità come questa, concedendo finalmente la stabilizzazione a insegnanti che, nel resto d’Europa, come più volte ribadito dall’UE e sancito dalla Corte di Giustizia europea già dal 2014, sarebbero già da tempo immessi in ruolo, anziché assunti e licenziati ogni anno ‘come se fossero una pedina degli scacchi’.