Tra le misure del Dl Aiuti bis (in approvazione il 4 agosto), una delle più attese è il taglio del cuneo fiscale, che per alcune categorie di lavoratori si tradurrebbe in un aumento degli stipendi in busta paga. Come riferisce Il Corriere, il taglio dei contributi dovrebbe avere una durata di 6 mesi (luglio-dicembre 2022) e potrebbe valere solo per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 25 mila euro lordi l’anno, o 35mila. L’agevolazione quindi andrebbe a vantaggio dei soli redditi medio-bassi.
Taglio del cuneo fiscale: come cambia la busta paga in base al limite
Sebbene la soglia massima non sia ancora certa, bisogna tenere conto del fatto che le risorse disponibili per il taglio del cuneo fiscale sono piuttosto limitate. L’aumento in busta paga dovrebbe scattare da agosto, con il recupero anche della decontribuzione di luglio. Ad agosto quindi la riduzione dovrebbe essere doppia, mentre da settembre in poi sarà dell’1% (+ 0,8% di quella già in vigore). Ma come si traduce in busta paga il taglio del cuneo fiscale? Vediamo alcuni esempi.
- Soglia di 35mila euro lordi di reddito l’anno: il taglio si tradurrebbe in un incremento mensile medio in busta paga di circa 27 euro. Ad agosto dovrebbe essere del doppio, quindi circa 54 euro. Se al nuovo taglio del cuneo fiscale, sommiamo quello attualmente in vigore dello 0,8%, si arriva a 75euro circa in più nella busta paga di agosto 2022.
- Soglia di reddito di 25 mila euro lordi l’anno: il taglio si tradurrebbe in un incremento mensile dello stipendio di circa 19 euro. Ad agosto l’aumento dovrebbe essere di 38 euro. E tenendo conto della decontribuzione dello 0,8% in vigore arriviamo ad un aumento di 53 euro rispetto all’anno precedente.
- Soglia di reddito lordo di 15mila euro: l’aumento mensile dello stipendio sarebbe di circa 12 euro , mentre ad agosto potrebbe arrivare a 24 euro in più rispetto al mese precedente. Anche in questo caso, sommando lo 0,8% di taglio dei contributi già in vigore, si ottiene un aumento di circa 33 euro rispetto all’anno precedente.
Sindacati scontenti
I sindacati, però, non sono convinti della misura. Per il leader della Cgil, Maurizio Landini, le risorse sono inadeguate. “Ridurre il cuneo fiscale in questa misura significa che per un lavoratore ogni, 1.000 euro, sono 10 euro lordi al mese e per le pensioni significa che ogni 500 euro sono 10 euro lordi al mese” ha spiegato. “Da qui a fine anno vanno meno dei 200 euro una tantum che sono stati erogati a luglio”.