Docente esperto, nella bozza del Decreto Aiuti Bis approvata dal Consiglio dei Ministri è contenuta la nuova normativa che prevede l’istituzione del cosiddetto ‘docente esperto’. Il docente esperto, in buona sostanza, è una nuova figura di docente di ruolo introdotta dall’articolo 39 del Decreto Aiuti Bis, in attesa di approvazione definitiva e di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Docente esperto, parte la petizione: i prof protestano contro la nuova figura che si vuole introdurre con il Decreto Aiuti Bis
La qualifica di docente esperto sarà disponibile a partire dall’anno scolastico 2032/33, ovvero tra 10 anni: potranno accedervi gli insegnanti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva dopo aver frequentato tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili. La nuova figura nasce nell’ambito della riforma del reclutamento e formazione dei docenti approvata recentemente con il Decreto PNRR 2 convertito in Legge.
I docenti, comunque, stanno già manifestando la loro contrarietà a questo nuovo provvedimento legislativo: a questo proposito, segnaliamo la petizione lanciata da Salvo Amato e dal noto gruppo Facebook ‘Professione Insegnante’.
L’introduzione del “docente esperto” – si legge nelle motivazioni che hanno spinto verso questa petizione – è una idea aberrante per tantissime motivazioni:
- Introduce un percorso formativo lungo della durata di ben 9 anni alla fine del quale i docenti verrebbero “selezionati” . Non è specificato come “saranno selezionati” i docenti tra tuitti coloro i quali avranno ultimato il lungo percorso formativo. Di fronte a più docenti che avranno superato allo stesso modo tutto il lungo percorso formativo, come verrà effettuata (e da chi) la selezione dell’unico “docente esperto” della scuola?
- Limita a 8000, uno per ogni istituto, la nomina di un “docente esperto” senza che sia stato specificato ciò di cui sarebbe esperto e quale sarebbe l’apporto innovativo per l’istituto in cui lavora che di docenti in media ne conta oltre un centinaio.
- Specifica un introito di 5.650 euro “in un anno” di un “assegno annuale ad personam” non meglio identificato ma nel 2033, senza rivalutazione e senza che sia reso strutturale in busta paga. Non si capisce la fretta per introdurre una figura del genere se gli effetti saranno eventualmente visibili nel 2033. Non si capisce neanche perchè questa misura venga inserita in un “decreto aiuti” che mira a dare sostegno all’economia nell’immediato futuro. Tutto ciò in antitesi con il principio stesso del PNRR.
- I percorsi formativi dovranno essere tutti a spese del docente interessato, dovranno essere affrontati in ore non lavorative e dovranno essere sottoposti al giudizio della istituenda Scuola di Alta Formazione della pubblica istruzione, che di fatto non sarà una “scuola”, (non si occuperà di formazione) ma un “tribunale” che giudica i risultati ottenuti da chi si forma.
- La norma esclude una larga fascia di insegnanti, ovvero coloro i quali nel 2033 saranno già in pensione o prossimi alla pensione, essa di fatto non mette tutti gli insegnanti di ruolo nelle stesse condizioni di poter accedere all’eventuale “premio”. Il 40% degli insegnanti italiani ha più di 52 anni e fra 10 anni guarderà alla pensione.
- La figura del “docente esperto” rappresenta il punto più basso mai raggiunto nella conduzione di un ministero dell’istruzione, nel tentativo di elargire somme che spetterebbero a tutti come vero aumento di stipendio e che invece verrebbero concesse solo a un docente su 100 mentre gli altri 99 potranno definirsi inesperti. Tutti i docenti meritano un aumento di 400 euro mensili.
- La norma rappresenta l’antitesi della valutazione del merito volta a motivare il corpo docente ad un serio percorso formativo, cosa che già avviene da anni senza l’elargizione premi “fedeltà”.
- La norma presenta rilievi di incostituzionalità perché elaborata e discussa a camere sciolte, non appare un “affare corrente” e dovrebbe essere discussa con le parti interessate e in Parlamento. La norma non è per nulla urgente, tale da essere inserita in un “decreto aiuti” poiché non rappresenta una possibilità per aiutare qualcuno economicamente, almeno nell’immediato futuro, come avviene per tutte le altre norme presenti nel decreto.
Per questi motivi gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado chiedono che la norme relativa al “docente esperto” venga stralciata dalla bozza del Decreto Aiuti. La petizione, al momento in cui vi scriviamo, ha già raccolto quasi 13mila firme a meno di 24 ore dal suo lancio.
Qui potete trovare l’indirizzo Web della petizione.