Scuola, continua a far discutere il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri del governo Draghi contenuto nella bozza del Decreto Aiuti Bis, quello riguardante l’introduzione della figura del Docente Esperto. Il mondo della scuola sta vivacemente protestando contro questa misura che dovrebbe partire dall’anno scolastico 2023/24: dopo un percorso quasi decennale l’insegnante che andrà a ricoprire questo ruolo dovrebbe andare a percepire un assegno ad personam di 5.650 euro all’anno, in buona sostanza circa 400 euro lordi al mese. I Docenti Esperti, però, non potranno essere più di 8000.
Docente Esperto, sindacati in rivolta: ‘Piuttosto pensiamo alle centinaia di migliaia di insegnanti sottopagati’
A proposito della nuova figura del Docente Esperto, i sindacati si sono mostrati subito decisamente contrariati di fronte al provvedimento approvato dall’esecutivo e anche i dirigenti scolastici sono preoccupati.
La novità , in pratica, nasce dal decreto-legge 36 sulla formazione iniziale e sul reclutamento che lo scorso 30 maggio portò alla protesta nelle piazze italiane. Il Docente Esperto, però, è un qualcosa di diverso perché il suddetto decreto-legge 36 prevedeva corsi di durata triennale per l’aggiornamento in servizio degli insegnanti con valutazione finale e premio in denaro “una tantum”. Ma non prevedeva esplicitamente nessuna carriera per coloro che avessero accettato la formazione continua per tre trienni.
Anief parla di “colpo di mano del governo Draghi”. Il presidente Marcello Pacifico spara a zero: “Dopo le dimissioni del premier e lo scioglimento delle camere, il governo avrebbe dovuto svolgere solo i cosiddetti “affari correnti“, invece travalica ampiamente i suoi poteri e con il decreto legge Aiuti bis si appresta a portare modifiche importanti al Pnrr emanando una norma che introduce una nuova figura di insegnante, il docente senior“.Â
Anche gli altri sindacati sono critici. Francesco Sinopoli (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl Scuola), Giuseppe D’Aprile (Uil Scuola), Rino Di Meglio (Gilda) e Elvira Serafini (Snals) hanno dichiarato: ‘Il governo (dimissionario) disegna ad agosto l’impianto della scuola nei prossimi anni. La scuola non può andare avanti con 8.000 docenti esperti, dopo un percorso selettivo che dura 9 anni, mentre funziona quotidianamente con centinaia di migliaia di docenti sottopagati‘.Â
Anche il presidente di ANP, Antonello Giannelli, è contrario: “In questa strana, calda e mutevole campagna elettorale che stiamo vivendo, nessuno parla di scuola e delle tante parole spese negli anni scorsi, durante i momenti più terribili della pandemia, non si trova traccia. Eppure, di ragioni ce ne sarebbero molte: dispersione scolastica implicita ed esplicita, esiti delle prove Invalsi e differenza con i risultati degli esami di Stato, mancata acquisizione di competenze di base in larghe fasce di alunni e risorse destinate al sistema scolastico che diminuiscono nell’indifferenza di tutti”.