Quale sarà il prossimo ministro dell’Istruzione? Naturalmente non è possibile fare nomi, bisognerà attendere l’esito della consultazione elettorale del prossimo 25 settembre. Il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, a questo proposito, ha già annunciato la sua intenzione di lasciare il suo ruolo in Parlamento per dedicarsi completamente al suo compito di leader del settore istruzione del partito del Carroccio.
Mario Pittoni lascerà il Senato, uno dei possibili candidati come ministro dell’Istruzione?
Nel corso di un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero Veneto‘, il responsabile scuola della Lega ha parlato del futuro della scuola, in vista della formazione del nuovo governo.
Da pochi giorni Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega, ha annunciato che non ricoprirà alcun ruolo come parlamentare. Si dedicherà invece alla guida del settore istruzione del Carroccio e ha concordato un ruolo all’interno di un ipotetico Governo di centrodestra.
All’inevitabile domanda riguardante un possibile incarico come ministro dell’Istruzione, Pittoni frena: ‘Evito di pensarci, anche per scaramanzia’ – ha risposto – ‘Certo, dopo l’esperienza da presidente della Commissione Cultura a Palazzo Madama sarebbe il coronamento di una carriera politica dedicata all’Istruzione e finalmente con strumenti adeguati per centrare risultati attesi da troppo tempo. Non nascondo che fa piacere vedere tante persone manifestare il loro sostegno auspicando che possa essere io a ricoprire quella carica’.
E se non dovesse approdare a Viale Trastevere? Mario Pittoni non fa drammi, anzi: ‘Si può incidere anche da viceministro o sottosegretario. Vediamo che intesa si troverà con gli alleati’.
In ogni caso, Pittoni, in occasione della sua intervista al ‘Messaggero Veneto’, ha ribadito quelle che dovranno essere le priorità del nuovo governo e del nuovo ministro dell’Istruzione che arriverà a Viale Trastevere: ‘Le priorità restano quelle che avevo indicato all’ex ministro Azzolina già a marzo 2020 ma che, di fatto, non con mio grande rammarico, non sono mai state realmente prese in considerazione ovvero investire sul personale per poter ridurre il numero di alunni per classe così da rispettare il distanziamento anti contagio.
Inoltre, non smetterò mai di ricordare che la qualità dell’insegnamento parte da un’adeguata conoscenza delle caratteristiche di ogni singolo studente. Questo resta un obiettivo impraticabile affidandosi ad un esercito di supplenti. Ogni anno gli Uffici scolastici sono costretti a cercare 150/200 mila supplenti. Per non parlare del personale amministrativo tecnico ausiliario senza il quale le scuole non riescono più ad aprire’.