Avvio anno scolastico 2022/23, ancora una volta, si prospetta un ritorno in classe senza docenti e, non è una novità , si aprirà nuovamente la cosiddetta ‘caccia al docente’. I numeri sono impietosi: quasi un docente su 5 sarà un precario ma la situazione ancora più preoccupante riguarda il sostegno dove si arriva addirittura ai due terzi.
Ritorno in classe senza insegnanti, le cifre di un altro avvio di anno scolastico preoccupante
I numeri riportati nell’edizione odierna del quotidiano economico ‘Italia Oggi’ (martedì 6 settembre 2022), sono estremamente preoccupanti: nonostante i proclami del ministro dell’Istruzione (uscente), Patrizio Bianchi, la scuola si presenterà con 150mila supplenti tra i docenti, più di 200 dirigenti scolastici in meno oltre alla carenza di 10mila lavoratori ATA.
Secondo i sindacati, non si riuscirà a coprire nemmeno la metà dei 94.130 posti autorizzati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dalla scuola dell’infanzia alle superiori. Naturalmente, la situazione più difficile, come al solito, si riscontra al Nord con molte cattedre scoperte e graduatorie esaurite in tante discipline. Nella regione Lazio, il direttore dell’USR, Rocco Pinneri, ha messo in evidenza negli avvisi sulle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2022/23 che, per il personale docente, le ‘facoltà assunzionali sono inferiori ai posti disponibili’, tutto ciò a motivo dell”effetto degli accantonamenti’.
Anche la situazione ATA si presenta particolarmente difficile: sui 27.704 posti disponibili, sono state operate solo 10.116 assunzioni. Mancheranno anche 236 presidi. Il MEF ha autorizzato solamente 361 assunzioni contro le 589 richieste del Ministero dell’Istruzione.Â
Il sindacato Anief ha posto l’accento sul fatto che le immissioni in ruolo dei nuovi docenti saranno molte meno delle 94mila autorizzate dal ministero dell’Istruzione, attribuendo la colpa proprio al dicastero di Viale Trastevere, reo di non voler assumere i supplenti con oltre 36 mesi di servizio e nemmeno dalle graduatorie comuni delle Gps.
Anief ha ricordato che la maggioranza degli oltre 50 mila docenti che saranno assunti a tempo indeterminato, come pure i quasi 60 mila che sono stati assunti in ruolo nel 2021 e hanno terminato da poche settimane l’anno di prova, saranno presto alle prese con la domanda di ricostruzione di carriera: per i precari storici, si tratta di una procedura svantaggiosa, in quanto non va a considerare tutto il periodo svolto come supplente.Â