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Pensionati

Il 25 settembre 2022 avranno luogo in Italia le elezioni politiche, ma che cosa dovrebbe fare il nuovo Governo sul fronte della Riforma pensioni 2023? Al di là del programma elettorale dei singoli partiti, vediamo alcuni punti fondamentali su cui dovrebbe basarsi il futuro sistema previdenziale del nostro Paese.

Riforma pensioni 2023: cosa dovrebbe fare il nuovo Governo?

Con le elezioni politiche, anche la prossima Riforma pensioni potrebbe subire alcuni cambiamenti sulla tabella di marcia. Ad ogni modo, al di là del programma elettorale di ciascun partito, cerchiamo di capire che cosa dovrebbe fare il nuovo Governo da questo punto di vista. A tal proposito, il consulente in materia Claudio Maria Perfetto ha individuato per il sito Internet Pensionipertutti.it alcuni punti fondamentali su cui dovrebbe poggiare la Riforma a prescindere da come sarà composto il nuovo Esecutivo. In particolare, il Dottor Perfetto si è soffermato sui possibili meccanismi attuabili al fine di superare la Legge Fornero.

I punti fondamentali

Per superare la Legge Fornero e introdurre una Riforma pensionistica adeguata all’esigenze dei lavoratori, il Dott. Claudio Maria Perfetto ha individuato 5 principi fondamentali di cui dovrebbe tener conto il nuovo Governo.

  1. Creare posti di lavoro: senza lavoro non si può parlare di futuro pensionistico. Per sostenere l’occupazione giovanile occorre trovare soluzioni in grado di favorire il ricambio generazionale senza cadere nella decontribuzione che impoverisce le pensioni e costringe i giovani a lavorare più a lungo.
  2. Riforma pensionistica e Riforma del lavoro devono avvenire insieme: attuare le due riforme contemporaneamente significherebbe favorire la crescita economica del Paese, permettendo di conseguenza di allentare la stretta sulla spesa pensionistica legata ai meccanismi di flessibilità in uscita.
  3. Flessibilità in uscita: è necessario dare ai lavoratori la libertà di scegliere quando andare in pensione, tenendo conto di un range di anni sia in termini anagrafici che di contribuzione. Ovviamente, maggiori saranno le possibilità economiche del Paese e più bassi potranno essere i requisiti per lasciare il lavoro.
  4. Equità: secondo il Dott. Perfetto si deve parlare di equità fra generazioni, all’interno della stessa generazione, nel trattamento pensionistico stesso e negli importi.
  5. Convergenza fra crescita e sviluppo economico: se aumenta il PIL aumenta anche la ricchezza del Paese e degli individui. Ciò, però, non deve acuire il divario fra ricchi e poveri. Ecco perché la crescita economica deve avvenire in concomitanza con lo sviluppo economico.