Con l’avvicinarsi sempre di più della fine dell’anno appare di fatto chiaro che la Riforma delle pensioni nel 2023 non potrà essere attuata. Nonostante le varie promesse elettorali è molto probabile che per mancanza di tempo l’anno prossimo vengano riconfermate alcune delle misure attuali.
Riforma pensioni 2023: salta tutto?
Nonostante i vari partiti stiano facendo importanti promesse anche sul fronte pensionistico in sede di campagna elettorale, è altamente improbabile che possa essere attuata una vera e propria Riforma in tempi brevi. Nell’ultimo periodo, infatti, si sta facendo strada sempre di più l’ipotesi secondo cui possano essere riconfermate perlopiù le misure attualmente in vigore. Prima fra tutte Quota 102 che potrebbe essere sostituita eventualmente da Quota 103. Un meccanismo simile a quello precedente che darebbe, però, la possibilità di scegliere se andare in pensione a 65 anni di età e 38 di contributi versati oppure a 64 anni e 39 di contributi.
Insieme a questa misura verrebbero poi prorogate anche l’Ape sociale ed Opzione donna. La prima con gli stessi requisiti attuali, la seconda forse con qualche variazione sulla soglia anagrafica. In questo modo, le donne potrebbero lasciare il lavoro con 35 anni di contributi e 60-61 anni di età al posto che 58-59.
Quali saranno le novità
Alla luce di quanto detto l’unica vera novità, oltre ad un eventuale innalzamento del requisito anagrafico di Opzione donna, sarebbe quella riguardante la volontà di tutelare il più possibile i cosiddetti lavoratori gravosi. Come ha infatti dichiarato Carlo Calenda del partito Terzo Polo, in questo senso bisognerebbe cercare di agire entro la fine dell’anno. Con l’obiettivo di intervenire sulla flessibilità in uscita per questa specifica categoria di lavoratori.