sostegno ad alunno
insegnante alunno

Sul sostegno ci sono sempre più docenti precari e non specializzati. A rivelarlo è il dossier pubblicato dalla Fondazione Agnelli sul mondo della scuola. Lo studio è basato su elaborazioni su dati della Ragioneria dello Stato, del Ministero dell’Istruzione, di Eurostat e di Ocse. Tra le informazioni che contiene con l’obiettivo di sfatare alcuni luoghi comuni, spiega che sono cresciuti gli insegnanti di sostegno supplenti. Nell’anno scolastico 2021/22 hanno raggiunto la quota record di 122.000.

Aumentano gli insegnanti di sostegno

Il corpo docente è cambiato nella sua composizione interna. Sul totale degli insegnanti, che include quelli a tempo indeterminato e quelli a
tempo determinato (supplenze annuali o FTA) crescono in particolare quelli di sostegno, passati in dieci anni dal 13% al 21,5% del totale. Nel complesso, si è passati da 39% al 61% di docenti precari.

Oggi – si legge nel dossier – la % di insegnanti TD (tempo determinato) è intorno al 24%; era intorno a 14% subito dopo la Buona Scuola. Soprattutto sono cresciuti gli insegnanti di sostegno TD (122.000 nel 2021- 22). In 10 anni la % di docenti di sostegno TD sul totale del
sostegno è aumentata, passando da un terzo a quasi due terzi. La maggioranza di questi, però, non ha una preparazione specifica.

Il commento di Marcello Pacifico

Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “tutto questo è frutto della inadeguatezza con cui i governi hanno risposto all’incremento di alunni disabili passati dal 2% al 4% rispetto al totale. Invece di incentivare la spesa, hanno specializzato pochissimo personale, peraltro anche senza tenere conto dei territori dove c’era maggiore bisogno di didattica speciale. Inoltre, si è continuato ad assumere in ruolo con parsimonia. E a tenere in vita decine e decine di migliaia di posti in deroga, con scadenza 30 giugno, quindi non utili alle stabilizzazioni.

È una politica, all’insegna della precarietà e della mancata specializzazione, che sta compromettendo il diritto allo studio e che crea i presupposti per un numero sempre più alto di presentazione, da parte delle famiglie, di ricorsi gratuiti per la mancanza di ore e cattedre di sostegno”.