In questi giorni, a Roma, si sta svolgendo il 2° Congresso nazionale della Federazione Uil Scuola Rua: tanti gli argomenti affrontati, tra cui inevitabilmente il rinnovo del contratto 2019-21 per i lavoratori della scuola. Antonio Naddeo, presidente dell’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni), ha espresso la volontà di chiudere al più presto i lavori, nonostante le trattative siano molto complicate.
La situazione attuale sul rinnovo del contratto
Ancora nulla di fatto per il personale scolastico che deve continuare ad attendere per il rinnovo del contratto scaduto ormai da tempo: come sappiamo, i lavori sono ripresi lo scorso 7 settembre, ma al momento il tutto è slittato almeno a dopo le imminenti elezioni politiche. Eppure, da più parti, sono arrivate pressioni affinchè si giungesse al più presto ad una firma, considerato il caro vita e l’andamento galoppante dei livelli inflazionistici.
Nelle scorse settimane, il sindacato Anief ha rilanciato la proposta di giungere ad un accordo ponte che potesse dare un po’ di respiro ai lavoratori della scuola, utilizzando le risorse finanziarie al momento disponibili, ma non si sta procedendo verso questa direzione. L’aumento che si prevede, ad oggi, ammonta al 4,22%, cifra che no riesce a tenere il passo con l’inflazione attuale.
L’intervento di Naddeo, presidente Aran
Il presidente dell’ARAN Antonio Naddeo è intervenuto ieri, 21 settembre, al congresso nazionale organizzato dalla Uil Scuola: ha parlato del rinnovo del contratto e, se da una parte ha sottolineato la necessità di concludere il prima possibile, dall’altra ha ammesso le difficoltà che le trattative stanno comportando. “Vogliamo concludere il prima possibile, ma la trattativa non è facile, anzi, è complicata. Le trattative sono serrate, ma essendo un contratto nel quale sono comprese 4 diverse sezioni ci sono dei tempi più lunghi” ha affermato.
Il presidente, infatti, ha preannunciato che il contratto scuola entrerà in vigore con molta probabilità nel 2023, vale a dire al secondo anno del triennio 2022/25. “In ogni caso si sta procedendo a delle riunioni sugli ordinamenti del personale divise per i vari settori che compongono il comparto. I fondi disponibili sono quelli derivanti dalla Legge di Bilancio, vediamo poi cosa accadrà dopo le elezioni. In base alle risorse stanziate nella legge di bilancio l’incremento complessivo per il personale docente è pari al 4,22% per un importo di euro 102,08 mensili” – ha spiegato Naddeo. “È noto su questo punto la contrarietà dei sindacati che ritengono non sufficienti le risorse finanziarie stanziate. Eppure, come ha ricordato di recente il presidente Mattarella ‘il valore della scuola è centrale per la Repubblica’”.