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Stipendi insegnanti, tutti i partiti politici, alla vigilia delle elezioni del 25 settembre, sono tutti d’accordo: ‘Bisogna aumentare gli stipendi ai docenti‘. Un coro pressoché unanime, con la scuola che è stata una delle grandi protagoniste della campagna elettorale, da sinistra a destra. A prescindere da quello che sarà il risultato dell’importante consultazione elettorale, resta il fatto che gli stipendi del personale scolastico italiano sono assolutamente inadeguati, sia in rapporto con le retribuzioni dei colleghi europei, sia tenendo conto dell’incontenibile aumento del costo della vita a cui si sta assistendo nel nostro Paese.

Elezioni politiche 25 settembre, ‘sì agli aumenti di stipendio degli insegnanti’: i partiti sono tutti d’accordo

I più importanti partiti politici hanno incentrato la loro campagna elettorale sulla scuola e si può ben comprendere il motivo, non solo per quanto riguarda gli stipendi ma anche per altre importanti problematiche come quella del precariato. 

Le proposte del centrodestra

Partiamo dal centrodestra. Fratelli d’Italia ha rivolto la propria attenzione alla valorizzazione della professione docente che, da un lato, prevede il contrasto al precariato storico e alla discontinuità didattica, e dall’altro ‘l’aggiornamento continuo per gli insegnanti’ e il ‘progressivo allineamento’ dei loro stipendi alla ‘media europea’.

La Lega di Matteo Salvini punta sul superamento del problema del precariato, sulla risoluzione della carenza del personale docente e ATA e sull’adeguamento degli stipendi. A tal proposito il partito del Carroccio spiega: ‘È vero che nel 2026 potrebbero servire 30 mila docenti in meno a seguito del calo demografico, per cui dovremmo addirittura ringraziare se si finanzierà lo stesso numero di lavoratori della scuola. Ma si dimentica che gli uffici scolastici sono costretti ogni anno a cercare 150/200 mila supplenti’. Forza Italia, invece, ritiene che sia necessaria la ‘formazione di una nuova generazione di docenti (più tutor e più coach) con nuovi riconoscimenti giuridici ed economici’.

Il programma del PD e della sinistra

Il Partito democratico di Enrico Letta ha tirato in ballo per primo la questione degli aumenti di stipendio degli insegnanti. Il piano, infatti, prevede l’intenzione di ‘rimettere al centro la scuola e restituire al mestiere dell’insegnante il ruolo di dignità e centralità che merita, garantendo una formazione adeguata e continua e riportando, nei prossimi cinque anni, gli stipendi in linea con la media europea’. In più, come le altre forze politiche del resto, si sottolinea la necessità di avere più docenti specializzati sul sostegno. 

Un aspetto che è stato sottolineato anche dai Verdi e da sinistra italiana che confidano nell”assunzione di un numero molto più ampio di docenti a tempo indeterminato, sia di base che di sostegno, anche stabilizzando coloro che insegnano precariamente da più tempo’. Inoltre, si ritiene necessario aprire una ‘discussione seria sul superamento del precariato e sulla formazione dei docenti. Serve una riforma che vada in tutt’altra direzione: garantire percorsi lineari e costanti per un lavoro stabile e una formazione rigorosa, seria e gratuita. È necessario che i docenti siano numerosi in rapporto agli studenti, siano ben formati e soprattutto siano stabili e possano garantire quella continuità didattica che è presupposto fondamentale per qualsiasi progettualità curricolare’. 

Anche il Terzo polo punta sugli stipendi e sul rinnovo del contratto

Anche il Terzo polo ha fatto della scuola uno dei punti fermi della campagna elettorale. Uno degli obiettivi è quello di ‘firmare il contratto scaduto da troppi anni in modo da garantire un aumento significativo dei salari di tutto il corpo docente. In parallelo bisogna introdurre forme di carriera per il personale della scuola in modo da riconoscere anche formalmente le diverse professionalità che affiancano il dirigente scolastico nel funzionamento organizzativo e didattico, nonché le figure che costituiscono un vero e proprio middle management’. Non poteva mancare il capitolo dedicato ai precari: ‘Si deve abbattere la percentuale di personale precario, riconducendola a livelli fisiologici’. 

Il Movimento 5 Stelle e Unione Popolare

Il Movimento 5 Stelle chiede anch’esso ‘l’adeguamento degli stipendi degli insegnanti ai livelli europei’, mentre Unione popolare ha puntato sulla ‘stabilizzazione del personale precario della scuola con almeno 36 mesi di servizio con procedura speciale’ e sulla ‘cancellazione della riforma Bianchi del reclutamento del personale docente‘. 

La politica, dunque, ha prodotto, in questa campagna elettorale, un fronte compatto che si pone come obiettivo quello di aiutare la scuola. Chi vincerà le elezioni e formerà il nuovo governo dovrà soprattutto ricordarsi degli impegni presi.