Domenica 25 settembre 2022 hanno avuto luogo in Italia le elezioni politiche che hanno portato alla luce un esito favorevole per i partiti del centrodestra con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni in testa, ma che cosa significa tutto questo per la prossima Riforma delle pensioni?
Riforma pensioni 2023: cosa cambia dopo le elezioni?
Anche durante le elezioni politiche 2022 il tema delle pensioni è stato uno degli argomenti centrali all’interno del programma elettorale dei vari partiti. Ad ogni modo, l’esito delle votazioni ha portato come riscontro un esito favorevole per la coalizione di centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. A guidare il gruppo con quasi il 26% dei voti il partito di Giorgia Meloni, prossimo papabile Presidente del Consiglio. Ovviamente, però, l’ultima parola spetterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale avrà all’incirca un mese di tempo per le consultazioni e formare quindi il nuovo Governo. Ma che cosa potrebbe cambiare nell’assetto previdenziale nel prossimo futuro? Cosa succederà, in particolare, alla Riforma delle pensioni originariamente prevista per il 2023?
Il programma del centrodestra
Da tempo al centro di un acceso dibattito tra Governo e sindacati, nel corso dei prossimi mesi il programma relativo alla Riforma delle pensioni sarà molto probabilmente nelle mani del centrodestra e, in particolare, di Giorgia Meloni, principale candidata premier. Qualora infatti non si dovesse trovare un accordo a riguardo, il rischio sarebbe un ritorno della Legge Fornero. Ad ogni modo, nelle intenzioni della coalizione di centrodestra, per quanto riguarda questo delicato tema, vi sarebbe innanzitutto la volontà di aumentare i trattamenti minimi portandoli a 1000 euro al mese. A tutto ciò si aggiungerebbe, poi, una possibile introduzione di Quota 41 per tutti, fortemente voluta dalla Lega di Matteo Salvini.
Un programma, quindi, molto ambizioso che difficilmente potrà essere attuato a breve, in quanto nell’agenda del prossimo Governo ci sarà innanzitutto da risolvere il problema legato al caro bollette e all’inflazione. Pertanto, è altamente probabile che in primis si cercherà di mettere mano alle misure al momento in vigore, vale a dire l’Ape sociale, Opzione donna e Quota 102, per lasciare agli italiani dei meccanismi di flessibilità in alternativa alla pensione di vecchiaia a 67 anni.