Precari scuola che protestano dinanzi al Ministero dell'Istruzione
Precari scuola che protestano dinanzi al Ministero dell'Istruzione

Nuova sentenza quella emessa dal Tribunale di Ragusa a favore di un docente catanese che aveva sottoscritto contratti a tempo determinato dall’anno scolastico 2011/12 all’anno scolastico 2015/16. Il Tribunale siciliano ha condannato il Ministero dell’Istruzione, quantificando il danno subito dall’insegnante ‘in sei mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto’, oltre al ‘riconoscimento degli incrementi retributivi che la disciplina collettiva ricollega alla maturazione di un’anzianità di servizio via via crescente’.

Supplenze ed abuso di contratti a termine: sentenza Tribunale di Ragusa a favore di un docente

Il docente ricorrente, assistito dagli avvocati Anief Chiara Distefano, Fabio Ganci e Walter Miceli, ha presentato ricorso per ‘l’abusiva reiterazione dei contratti a termine in ragione dell’attribuzione di ripetuti incarichi annuali su posto vacante e l’insussistenza di ragioni giustificatrici dell’apposizione del termine ai suddetti’. Nel ricorso è stata chiesta “la stabilizzazione lavorativa mediante conversione del rapporto di lavoro a tempo determinato in rapporto a tempo indeterminato’ e la condanna dell’amministrazione al risarcimento del danno, più “le relative differenze retributive maturate in ragione dell’anzianità di servizio; diritto disconosciuto dal Ministero in violazione del principio di parità di trattamento con il personale a tempo indeterminato, previsto dall’ordinamento europeo”. 

Il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha espresso tutta la propria soddisfazione per il risultato ottenuto: ‘Il Tribunale di Ragusa – afferma il leader del sindacato – ha di fatto confermato quello che sosteniamo da lungo tempo: no alla reiterazione immotivata dei contratti a termine, perché produce un danno e quindi il maltolto va indennizzato, a seconda dei casi, dando al lavoratore danneggiato fino a 12 mensilità. Inoltre, tutti i periodi svolti da supplente vanno ad incidere ai fini delle progressioni di carriera.

Lo Stato – precisa il presidente Anief – non può sottrarsi a questi impegni e quindi chi a ricorre si assegna un indennizzo equo, con tanto di interessi e rivalutazione monetaria, più una collocazione stipendiale più favorevole dello scaglione stipendiale, con uno stipendio pertanto maggiorato rispetto a quello attuale. Per questo, invitiamo tutti gli insegnanti, amministrativi e collaboratori scolastici con un passato da precari, anche nel frattempo se sono entrati di ruolo, a verificare se ci sono i presupposti (utilizzando il nostro calcolatore automatico gratuito) per ricorrere in Tribunale e recuperare somme di denaro importanti.

Infine – conclude Pacifico – i precari possono ancora partecipare, sino a fine mese, al reclamo collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali contro l’abuso di contratti a termine dello Stato italiano”.

SENTENZA TRIBUNALE RAGUSA