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NASpI, chi prende l’indennità di disoccupazione può, comunque, lavorare oppure rischia di perdere il diritto a percepire il sussidio? Vi sono alcuni casi in cui è possibile svolgere un’attività lavorativa senza, per forza, incorrere nella revoca della NASpI. Vediamo quali sono i casi in questione e le regole che devono essere osservate dal lavoratore.

NASpI, se lavoro rischio di perdere l’indennità di disoccupazione INPS?

Innanzitutto, qualora si tratti di lavori saltuari, non è necessario presentare alcuna comunicazione all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e, pertanto, sarà possibile continuare a percepire la NASpI in maniera integrale. Il discorso cambia, invece, se si tratta di occupazioni più lunghe e continue, sia per ciò che concerne il lavoro dipendente che il lavoro autonomo.
Il diritto a percepire l’indennità di disoccupazione si produce in caso di perdita involontaria del rapporto di lavoro subordinato e, quindi, anche ai docenti supplenti.

Se il lavoro è saltuario

L’INPS, in merito alla compatibilità con i lavori saltuari, ha spiegato questo aspetto in una recente FAQ. Qui, infatti, veniva chiesto: la prestazione di lavoro accessorio è compatibile con la NASpI ?
Risposta: ‘Se percepisci già la NASpI, puoi svolgere attività lavorativa di natura occasionale (lavoro accessorio) solo in caso di lavori sporadici e saltuari, remunerati tramite il Libretto famiglia, nel limite complessivo di 5mila euro annui’.
In questo caso, dunque, non sarà necessario effettuare alcuna comunicazione all’INPS sulla variazione della propria condizione come lavoratore. 

NASpI, lavorare come dipendente o autonomo: cosa succede?

Le cose cambiano qualora il beneficiario NASpI trovi lavoro come dipendente oppure decide di intraprendere un’attività di lavoro autonoma. La normativa di riferimento è quella contenuta agli articoli 9 e 10 del DL N. 22/2015.

Se un lavoratore che percepisce la NASpI trova una nuova occupazione come dipendente non perde il suo diritto finché il reddito ricavato non oltrepassi la soglia della cosiddetta ‘no tax area‘, ovvero 8.145 euro, e se il contratto di lavoro non oltrepassi la durata di sei mesi. In questo caso, però, l’importo della prestazione sarà ridotta di una quota pari all’80% del reddito previsto.

Le medesime regole sono valide per un’attività di lavoro autonomo ma in questo caso si abbassa la soglia di reddito di riferimento, arrivando a 4.800 euro. Naturalmente, in tutte e due le casistiche, il beneficiario NASpI dovrà inviare un’apposita comunicazione telematica all’INPS, informando dell’avvenuto cambiamento di condizione lavorativa.